Chi vive nel Delta del Po si trova in un’area posta sotto il livello del mare. Queste terre, infatti, sono le più basse d’Italia. Se l’acqua non ha il sopravvento su di esse è perché il Consorzio di Bonifica esercita un’attività costante che garantisce la sicurezza idraulica. Senza questa, infatti, il territorio ritornerebbe inevitabilmente nelle condizioni originarie. La zona più vicina al mare si può anche definire come la terra più giovane d’Italia. Essa si è formata, infatti, grazie al deposito di detriti. Una situazione sempre in divenire destinata a far avanzare ulteriormente la linea di costa. Scopriamo, quindi, l’evoluzione del Delta del Po e di come la natura per secoli ha modellato, plasmato e stravolto l’assetto di queste terre.
Il Delta del Po di 5000 anni fa: il Po di Adria e il Po di Spina
Tra la fine dell’Età del Bronzo (X secolo a.C.) e l’inizio dell’Età del Ferro la linea di costa era pressoché rettilinea e il Po defluiva in mare con due rami, il Po di Adria e il Po di Spina. Questa biforcazione avveniva nella zona che corrisponde all’odierna Guastalla (RE). Il Po di Adria sembra avesse una maggiore portata rispetto al ramo più a sud. Lungo il Po di Adria, inoltre, sorse anche Frattesina che svolse un ruolo predominante tra il XII° e XI° sec. a.C.
Alla foce di questi corsi d’acqua nacquero, poi, due importanti insediamenti, strategici: Adria e Spina. Le due città, infatti, legate al mondo greco e a quello etrusco, ebbero un’importanza primaria come crocevia di scambi commerciali. Adria assunse un’importanza così rilevante tanto da dare il proprio nome ad un mare. Col passare del tempo, però, il Po di Adria si interrò. Il Po di Spina, invece, si mantenne almeno fino all’Alto Medioevo.
Il Delta del Po subisce profonde mutazioni
Nei secoli a venire questo territorio subisce enormi mutazioni. Le variazioni del percorso dei rami principali del Po avvengono soprattutto a causa delle rotte che si verificano a seguito delle grandi piene. Secondo i dati dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale di Trieste anche il terremoto di Ferrara del 1570 cambiò il corso del Po. Esso, infatti, si spostò verso nord. Alla fine del Rinascimento, nel 1600, risulta che la foce fosse costituita da tre rami principali: il Po di Tramontana, il Po di Levante e il Po di Scirocco. Proprio l’accumulo di detriti del Po di Tramontana, che si venne a trovare, così, molto vicino alla foce dell’Adige, cominciò a minacciare l’interramento della laguna veneziana.
Per questo nel 1604 la Serenissima attuò la grandiosa opera del Taglio di Porto Viro. Senza quell’intervento idraulico fortemente caldeggiato anche dall’adriese Luigi Groto, il delta del Po e tutta la costa adriatica interessata sarebbero diversi da quello che sono. Grazie al taglio di Porto Viro per la prima volta non è più la natura ad avere il sopravvento sul territorio.
Con il taglio di Porto Viro nasce il Delta attuale localizzato in provincia di Rovigo
Con il taglio di Porto Viro nasce il Delta attuale. Vengono successivamente pianificati ulteriori interventi per assestare la situazione idraulica del territorio. Tra questi l’occlusione del Po di Tramontana nel 1612. Nella prima metà del XIX° sec., poi, si realizza l’ostruzione parziale del Po di Maistra che fino al 1800 era il principale ramo del Po. Gli attuali rami attivi del grande fiume che formano il Delta sono: il Po di Maistra, il Po di Venezia – Po della Pila, il Po di Tolle, il Po di Gnocca (o della Donzella) e il Po di Goro.
Si può, quindi, evincere che il Delta vero e proprio, l’attuale parte attiva, è localizzato totalmente in Provincia di Rovigo. Adria, cittadina che è sorta anche grazie all’antica collocazione del Po di Adria, uno dei primitivi rami del Delta del Po, non può, quindi, che essere la porta di questo affascinante territorio.