Curiosa e singolare la toponomastica del Delta del Po, si trovano tante piccole località con nomi particolari. Nomi che spesso e volentieri derivano dal dialetto, legati a famiglie patrizie di Venezia, fatti, strutture, animali o alla storia. Stessa sorte è toccata anche ai vari rami del Po presenti nel suo delta. Toponomastica del Delta del Po, prima parte.
Toponomastica del Delta del Po: dall’Eridano al Po di Pila
A un certo punto, all’altezza di Porto Viro, da nobile Padus o Eridano, il Po diventa Po di Venezia. Questo in ricordo dell’opera veneziana di deviazione del fiume , “ il taglio”, avvenuto nel 1604. Ovviamente, anche il paese stesso, sorto nella sponda opposta durante questa imponente opera, ne riporta il nome, Taglio di Po. Si ricorda che questa opera di ingegneria idraulica diede origine all’attuale Delta del Po, la terra più giovane d’Italia.
I cinque rami del Po di Venezia
Nei pressi di Papozze, dalla sponda orografica destra dall’asta principale del grande fiume si stacca un primo ramo, il Po di Goro. Il toponimo di Goro deriva da “Gaurus”, che darà il nome a tanti piccoli paesi fino al mare: Codigoro, Mezzogoro, Goro e Gorino. Papozze, invece, prende il nome da un certo Tebaldino detto Papozzo, che gia‘ era proprietario di certe terre di Papocia.
Po della Donzella
Il Po della Donzella o della Gnocca è il secondo ramo che si stacca dal Po di Venezia sempre nella sponda orografica destra. La leggenda vuole che una bella e giovane “Donzella”, figlia del nobile Farsetti (patrizi veneziani), si tolse la vita per amore, affogandosi in questo ramo. Per i residenti del luogo, la nobile Donzella, probabilmente era invece, come si dice da queste parti “una bella gnocca”.
Toponomastica del Delta del Po: Tavole e legname, le tolle.
Nel ramo del Po di Tolle, il terzo . Sembra che, nei periodi di piena si incanalino grossi quantitativi di legname. Ma forse può essere che prenda il nome dall’ omonima frazione dove un tempo era presente un piccolo porticciolo di tavole, in dialetto le “tolle”. Da qui il Po di Venezia diventa Po di Pila, anche in questo caso il nome deriva dall’ultimo paese che il fiume tocca nel suo lungo corso di 652 Km, dalla sorgente alla foce. Pila a sua volta prende il nome da una piccola struttura presente un tempo dove manualmente avveniva la pilatura del riso.
Le “buse”
Prima di incontrare il mare il Po di Pila si divide in altri tre piccoli rami denominate “buse”, queste si dirigono rispettivamente verso, Nord, Est e Sud. La “fantasia” ha voluto denominarle Busa di Tramontana, Busa Dritta e Busa di Scirocco. Altri nomi “strani” hanno preso scanni e lagune attraversate da queste buse, termini dialettali o di riferimento come la laguna della Batteria legata a una postazione in tempo di guerra di una contraerea. Oppure scanno Boa, dove sempre nella seconda guerra, in mare nei pressi dell’isola galleggiava un radiofaro. Oppure la sacca del Canarin dal soprannome del proprietario di quelle terre un tempo asciutte, o la laguna del Burcio, una rete usata per la pesca.
Il ramo maestro
Il Po di Maistra, il ramo ribelle, l’unico che punta a Nord. Dopo il Taglio di Porto Viro, intorno al 1800 questo ramo questo ramo stava per diventare il corso principale. Da qui il nome Maestro storpiato poi in Maistra. Ancora una volta l’intervento umano, pennello ancora presente e sommerso lo riportò nella retta via, verso Est. Ora è il ramo con minor portata, ma sicuramente il più bello ed affascinante, ricco di vegetazione e avifauna. Verso la foce troviamo il borgo di Maistra e Maestrazza e Boccasette, dai sette rami del Po, buse comprese. Nelle vicinanze un’altra frazione del Comune di Porto Tolle, Cà Zuliani, ma delle Ca’ e di altri toponimi parleremo nel prossimo articolo.