Cozze, vongole veraci e perle rosa, la venericoltura nel Delta del Po. Con un raccolto di 50.000 tonnellate/anno, l’Italia è il primo produttore europeo e il secondo a livello mondiale, di vongole veraci. Tutta la produzione italiana è concentrata nelle lagune salmastre dell’Alto Adriatico. In particolare nel Delta del Po Veneto, in primis la Sacca di Scardovari, la Laguna di Caleri e altre lagune e sacche minori ( Marinetta, Vallona, Barbamarco, Basson, Canarin). Un’altra grossa parte della produzione arriva anche dalla Sacca di Goro nel Delta del Po Emiliano. Per quanto riguarda l’Alto Adriatico altro prodotto raccolto arriva dalle zone delle laguna di Venezia, e dalle Lagune di Grado e Marano.
Orti di mare
“Orti” così vengono chiamati localmente quelle zone di laguna dove si pratica l’acquacoltura, la coltivazione dell’acqua, dolce, salata o salmastra. In questo caso parliamo di venericoltura o molluschicoltura in quanto, Tapes philippinarum o vongola verace filippina appartiene appunto alla famiglia dei veneridi ed è un mollusco bivalve. Introdotta volontariamente alla fine degli anni ’80 del secolo scorso l’allevamento, raccolta e vendita, delle vongole veraci, seminate negli orti è divenuta una delle attività principali per molte famiglie del Delta del Po, tanto da essere definita “l’oro bianco” del Delta.
Consorzio Cooperative Pescatori del Polesine
Dai 100 quintali raccolti sul finire degli anni ‘80, la raccolta media in questi ultimi anni si attesta intorno ai 60.000 quintali. Negli anni passati si sono toccati picchi di 90.000 quintali. Il tutto gestito e organizzato dal Consorzio Cooperative Pescatori del Polesine con sede a Scardovari. Quattordici cooperative, 1450 addetti di cui 700 straordinarie donne, questo è il Consorzio Scardovari. Il Consorzio rappresenta oggi la prima realtà in Italia nel settore della molluschicoltura ed è la prima azienda della provincia di Rovigo per numero di occupati.
Non solo vongole
Non solo vongole ma anche cozze DOP (Denominazione Origine Protetta), buonissime, non ce n’è per nessuno. Parliamo ancora della conoscenza di coltivare l’acqua, la miticoltura, l’allevamento di mitili in questo caso i “peoci”, come vengono chiamati in veneto le cozze (Mytilus galloprovincilalis).
Aspetto e sapore
La cozza di Scardovari DOP presenta valve bombate, di circa 6-8 centimetri di lunghezza. All’interno il colore è viola-madreperlaceo ma questo aspetto può variare in relazione al ciclo produttivo. Dal guscio escono filamenti bruni robusti, attraverso i quali il mollusco si fissa alle reti o ad altri sostegni. La carne ha una presenza elevata, sempre superiore al 25% del peso totale, e dato il suo basso tenore di sodio, ha un sapore gradevole e delicata. Clicca qui per saperne di più.
La perla rosa del Delta, la regina delle ostriche.
Dalle coste del Nord della Francia e dell’Irlanda alla Sacca di Scardovari, nel Delta del Po. Qua non si scherza, parliamo della “regina dei molluschi” ovvero l’Ostrica rosa de Tarbouriech. Per il Delta del Po e in Italia si tratta di un prodotto unico ed esclusivo. E’ di Alessio Greguoldo il primo allevamento di ostriche rosa in Italia situato nella Sacca di Scardovari. Nel 2010 Greguoldo ha iniziato le sue prime sperimentazioni di allevamento, anni di ricerca e sacrifici stanno dando grandi soddisfazioni ad Alessio, tanto che le sue ostriche sono richieste dai migliori chef italiani.
Undici anni di ricerca, lavori e sacrifici
Nel 2016 Alessio Greguoldo ha messo in piedi il primo impianto, si tratta di palafitte simili a quelle degli allevamenti di cozze. Queste però sono molto più tecnologiche e avanzate. Le piccole ostriche di (2/3 cm), vengono incollate a mano, con un particolare mastice atossico, ad una cordicella. Queste “trecce” vengono poi appese ai dei sostegni rotanti che tengono le trecce sospese nell’acqua.
Come funziona l’impianto
Questi sostegni rotanti, girano nei due sensi, azionati da motori elettrici, con energia prodotta da pannelli solari e piccole pale eoliche. Con una applicazione dal suo telefonino Alessio, comando il tutto, e ricrea l’ambiente naturale di vita delle ostriche: sei ore in acqua, sei ore fuori dall’acqua. Dopo 18 circa mesi, dalla posa, le ostriche sono pronte per essere raccolte. A questo punto, sempre manualmente, si prelevano le trecce con le ostriche dall’impianto e iniziamo una seconda lavorazione. A una prima pulitura meccanica segue un’accurata selezione delle taglie che sono cinque e vanno da 45 ai 200 grammi. Dopo un’ ulteriore pulizia per esaltare le sfumature rosa delle valve vengono messe in eleganti contenitori in legno, per essere poi avviate alla vendita.
Alto livello di eccellenza per l’ostrica rosa Tarbouriech allevata nel Delta del Po
Gli esperti parlano di un’alto livello di eccellenza che l’Ostrica rosa di Scardovari può vantare, tanto da non avere nulla da invidiare anche alle Grand Crù di provenienza Francese, con caratteristiche che la rendono unica. E’ un grande esempio quello di Alessio Greguoldo, (qui link della sua pagina FB) del legame con la sua terra, il Delta del Po. Una scuola dell’arte di “coltivare L’acqua”, su come sia possibile produrre in maniera sostenibile ed ecologica un prodotto sano, genuino, di grande qualità. Noi di itAdria.it non possiamo fare altre che complimentarci con questo giovane imprenditore e tutto il suo staff, per lo straordinario successo ottenuto e, che tramite l’Ostrica rosa di Scardovari, fa conoscere il Delta del Po in tutta Europa.