Le opere di ingegneria dei romani sono arcinote e apprezzate da tutti. Tra le più famose, le strade: utilizzate sia per scopi militari, sia per il commercio. Insomma, una vera e propria ragnatela di vie di comunicazione. Le più celebri sono, sicuramente, le vie consolari principali. Fra le vie consolari secondarie, invece, vi erano la via Annia e la via Popilia. Il tracciato di entrambe queste viae publicae attraversava il territorio del municipio di Adria. Così, da queste, un reticolo di viae vicinalis o rusticae collegava vici e villae. Fino ad arrivare alle viae privatae, ultimi lembi di un sistema arterioso. Arterie, lungo le quali scorrevano i traffici: la linfa vitale di Roma. Ecco Adria e le strade romane, un’altra tessera dell’infinita storia della nostra città.
Adria e le strade romane. costruire una via
Come ci racconta il poeta Publio Papinio Stazio nel suo poema in versi Via Domitiana, la costruzione di una strada prevedeva tre fasi. La fase di progettazione, quella di valutazione della tecnica costruttiva da impiegare e, infine, la costruzione dell’opera. Dopo aver delimitato la carreggiata, si scavava un trincea. Ecco, sul fondo si disponeva lo statumen, ossia delle grosse pietre, legate con il cemento. Sopra di queste, si stendevano pietre più piccole e frammenti di mattoni. Era il cosiddetto rudus. Sopra il rudus veniva steso e compresso il nucleus. Poi, sul brecciame del nucleus, si appoggiavano le pietre squadrate del pavimentum. Così, la strada era pronta per essere percorsa. In caso di terreni paludosi, frequenti, allora, nel territorio adriese, era presto fatto. Gli ingegneri romani innalzavano il tracciato, utilizzando pali, pietre e malta cementizia.
Le arterie stradali del municipio adriese. La Via Atesis e la Via Annia
La Via Atesis correva lungo l’argine antico del fiume Adige. Allora, il percorso di questo grande fiume coincideva all’incirca con quello attuale dell’Adigetto. La strada, partendo da Cavanella d’Adige, raggiungeva Petra (Badia Polesine). Da lì, immettendosi nella Via Annia, piegava a nord est, giungendo a Este. Poi, a Este, si dirigeva, a ovest, verso Verona. Invece, la Via Annia, costruita nel 731 a. C. per volere del pretore Tito Annio Rufo, collegava Adria ad Aquileia, passando per Padova, Altino e Concordia Sagittaria. Via commerciale e militare di grande importanza, consentiva di aggirare le Atrianorum paludes.
Adria e le strade Romane. La Via Popilia
Costruita per volere del console Caio Popilio Lenate, questa arteria seguiva gli antichi itinerari tracciati dagli etruschi. Da Rimini, entrava nel territorio municipale adriese a Corniculani (o Cornua Volani?). Quindi, arrivava a lambire il capoluogo municipale. Passava, dunque, per Portus Laureti (Loreo) e Fossis (Cavanella d’Adige). Lasciava il territorio di Adria all’altezza di Portus Edron (Chioggia). L’itinerario, per lunghi tratti, attraversava le paludi dell’antico delta, seguendo la linea del mare. Durante il periodo bizantino e medioevale, la Via Popilia sarà sostituita dalla Via Romea. Dunque, non più coorti e legioni. Su questo percorso, folle di pellegrini cercheranno di raggiungere Roma.
Adria e le strade romane. Vie minori e vie lagunari
Sul margine sinistro del Po, si trovava la Via Volane, che collegava l’Annia e la Popilia. Lungo gli argini del Tartaro, poi, correva la Via Tartari. La strada intersecava l’Annia a Triginta (Trecenta). Proseguiva, poi, per Ostiglia e Mantova. Più a est, la via per Ateste e Patavium. Questa, partendo da Cavarzere, raggiungeva Este e Padova. Si congiungeva alla Via Annia, probabilmente, all’altezza di Mons Silicis (Monselice). Lungo i margini dei numerosi piccoli corsi d’acqua e delle lagune, correvano altre viae vicinalis. Lì si sviluppava il traffico commerciale interno al municipio adriese. Un traffico che era ancora intenso ai tempi di Cassiodoro (556 d. C.) E il poeta calabrese ebbe a celebrarlo nelle sue opere. Ecco, qui si conclude la storia di Adria e le strade romane.
Il territorio del municipio adriese, Adria: potenza economica famosa in Adriatico Jonio e Tirreno (prima parte).
Fonte: Jacopo Zennari, “Adria e il suo territorio attraverso i secoli”, ed. 1932.