Il dolce profumo delle feste natalizie lo scopriamo in anticipo, generalmente nelle pasticcerie artigianali, più o meno rinomate delle nostre città. Stiamo parlando del gustoso panettone, farcito o meno, scelto da ognuno secondo i propri gusti. Ma lo sapete, che più di una settantina di anni fa vi era una vera e propria tradizione del panettone da “forno”. Nel nostro territorio esisteva una caratteristica abitudine da parte delle famiglie, principalmente contadine residenti nelle ridenti frazioni adriesi di fare cuocere il proprio panettone dal fornaio .
Questa usanza, consisteva nel portare dal panettiere l’impasto del dolce per il panettone già pronto da casa propria; con gli ingredienti freschi raccolti nei propri campi comprese le uova fresche di giornata; solo successivamente alla preparazione dell’impasto (la pasta madre) veniva portato al fornaio di fiducia (ognuno aveva il suo in città) per la cottura. Abbiamo fatto perciò, alcune ricerche attraverso chi ha vissuto o sentito raccontare di questa antica tradizione, e ve la vogliamo qui narrare. Il Natale post dopoguerra era anche questo. Condivisione di un prodotto contadino genuino; la solidarietà allora di un popolo piegato dalla guerra e dalla fame, ma saldamente ancorato alla tradizione.
Il Panettone da forno: a Natale il forno del panettiere luogo d’incontro e scambio di notizie sulle attività in campagna e sulla città
Alla ricerca di questa antica tradizione (ora smarrita) abbiamo trovato riscontro di tale usanza nel panifico La Magia del Pane (già Forno Nuovo) di Simonetta e Stefano Casellato di Adria. Attività pluridecennale la loro, tramandata da generazioni di fornai. Simonetta ricorda ancora chiaramente, lei ancora piccola, e dai racconti del padre fornaio di questa consuetudine che a ridosso delle festività natalizie tutte le famiglie (circa una ventina); prenotavano l’utilizzo del forno del panificio. Per la sola, ovviamente cottura dei propri impasti per i panettoni. Interi pomeriggi (dalle 13:00 alle 24:00) in cui il padre, dopo avere preparato e venduto il pane giornaliero la mattina, si dedicava ad accogliere queste famiglie di contadini delle frazioni per la sapiente cottura da parte sua, del gustoso dolce natalizio.
Il papà di Simonetta fornaio, racconta la stessa, si dedicava con passione a consigliare loro la rifinitura dei propri prodotti. E sopratutto nell’arco del tempo della cottura degli stessi dolci; le famiglie di contadini raccontavano di come era andata la stagione nei campi. E nel contempo; dal fornaio venivano aggiornati di tutte le notizie, ed accadimenti cittadini (le famose ciacole di rito). Insomma un rituale a cadenza annuale che si ripeteva solo a Natale con i Panettoni e a Pasqua con le Pasqualine o le Esse tipiche del territorio, nelle stesse identiche modalità fino agli anni ’80, ma sempre in misura minore, fino a scomparire ai giorni nostri.
Panettoni preparati con ingredienti classici e cotti sapientemente dal fornaio di fiducia
Ma sapete come era ripagato il fornaio per questo suo servizio di cottura dell’ambito dolce natalizio? Generalmente, racconta Simonetta, con scambio di merci. Il fornaio di fiducia si assicurava in tal modo, sempre i prodotti più genuini, uova fresche e i loro migliori salami, a fronte del suo lavoro prestato. Molte bottiglie di vino, ovviamente a sancire l’accordo nel tempo e la fiducia reciproca che si sarebbe rinnovata alla prossima festività.
Adesso, con molta nostalgia dei bei tempi andati, ognuno ha comunque la propria pasticceria di riferimento o un particolare panifico artigianale; in cui nelle vetrine sfavillano per Natale di panettoni elaborati, e dai gusti ricercati. Magari esotici e munificamente confezionati. Ma volete mettere le due ciacole fatte insieme al fornaio, ed i racconti tra le persone che si rispettavano ognuna per il proprio lavoro; e a cui la solidarietà nella povertà del dopoguerra regnava tangibilmente. Intere famiglie di contadini, che tornavano a casa con i loro dolci prelibati; ma soprattutto con addosso il dolce profumo del Natale del panettone da forno; che li accompagnava per tutte le feste.
buono il panettone…