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Inquinamento da plastica: grave problema per Adriatico e Delta Po

Plastic Free

Inquinamento da plastica: grave problema per Adriatico e Delta Po. Ma anche per la nostra salute. Il fiume Po, il più lungo fiume italiano, 654 km dalla sorgente alla foceAttraversa le quattro regioni più popolate e industriali del Nord Italia: Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto dove va a sfociare  in Mare Adriatico.  Tredici affluenti principali, sette nella sponda idrografica sinistra, sei nella sponda destra, più gli affluenti degli affluenti, 141 in totale. Corsi d’acqua, torrenti, fiumiciattoli che dalla, Svizzera, Valdosta, Liguria, Toscana, Trentino Alto Adige si riversano in Po che poi arriva al mare.

Assetto Idrogeo

Inquinamento da plastica: messaggi in bottiglia

Non fatelo, ma immaginatelo,  mettete un messaggio in una bottiglia lanciatela poi in un qualsiasi fiume delle regioni sopra elencate. Statene certi, un giorno, prima o poi, il vostro messaggio in bottiglia arriverà in una delle spiagge del Delta del Po o forse in qualche golena. Molto più preoccupante invece  è la plastica che arriva nelle spiagge del Delta del Po oltre a quella che moltissimi incivili abbandonano lungo le rive del Grande Fiume.

Pulivetro
Confezione di Polivetro di alcune decine di anni fa. Dicembre 2020 spiaggia di Rosolina Mare (Report Alessandra Alexa)

Inquinamento da plastica: E mo’, e mo’, Moplen!

“E mo’, e mo’, Moplen!così, recitava Gino Bramieri in un carosello del 1954, per la reclame del Polipropilene isotattico, un polimere innovativo, ricavato dal petrolio, mai esistito in natura. Mille le lodi a questo materiale con cui in seguito si costruirono centinaia di oggetti per i più svariati usi. Tra le sue doti la longevità ossia la sua durata.

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Prodotto nel dal 1950 al 1970 quando andò fuori produzione. Gennaio 2021 spiaggia di Rosolina mare
(Report Alessandra Alexa)

Plastic soup

La “zuppa di plastica“: così racconta Nicola Nurra, presidente di “ Pelagosphera”  una Società Cooperativa che si occupa di ricerca e di divulgazione scientifica. “ . In circa 300 m cubi di acqua filtrati in mare in una nostra ricerca abbiamo “pescato” migliaia di piccoli pezzettini di plastica di ogni genere. Si tratta della famosa plastic soup del Mar Mediterraneo occidentale, ma il concetto può essere esteso a tutto il bacino e anche agli Oceani del pianeta.  Questi microframmenti galleggiano per un tempo indeterminato (anni, secoli), sfaldandosi per effetto dei raggi UV.   Con il tempo diventano sempre più piccoli fino a diventare microscopici  (micro e nanoplastiche)  tanto da diventare cibo per quei piccolissimi animali (plancton animale e piccole larve di pesce)   che le scambiano per il loro cibo abituale (in genere fitoplancton, ovvero microalghe unicellulari).

Attrezzo Raccolta Micoplastiche

In foto  un “  bongo-net”. Si tratta di due retini con una bocca di 60 cm, la rete è di 300 micron (circa un terzo di mm). Questi vengono trascinati in mare per 15 minuti, alla velocità di 2 nodi.  A queste reti si accoppia un flussimetro (una sorta di piccola elica) che, tramite un semplice calcolo, restituisce il numero di metri cubi di acqua filtrata a partire dal numero di giri compiuti dall’elica. Questo attrezzo serve per campionare il  plancton (meglio zooplancton) presente in mare. Ecco i risultati.
Nicola Nurra Secchi Plastica

Micro e nanoplastiche.

 “A questo punto le micro e nanoplastiche entrano nella catena alimentare” prosegue Nurra, “trasferendosi ad animali più grandi, cominciando la loro inarrestabile traiettoria verso le nostre tavole. Il 30% del pescato oggi contiene polimeri plastici nello stomaco e nell’intestino, noi non le  assumiamo perché non mangiamo gli organi interni dei pesci. Fin qui tutto bene, ma ancora per poco. Quello che invece facciamo è assumere il resto di ciò che le microplastiche hanno veicolato nell’inconsapevole animale, col risultato che in particolare le molecole organiche interagiscono con il nostro sistema endocrino e quindi alla lunga potrebbero incasinarci la secrezione ormonale. Il tutto partendo da una bottiglietta di plastica gettata nel luogo sbagliato.”

Le reazioni

Molte sono le persone che singolarmente o in associazione, in questi ultimi tempi, si dedicano gratuitamente alla raccolta della plastica dispersa in ambiente. Diverse le iniziative anche nel Delta del Po curate da Riccardo Mancin referente Veneto di Plasticfree

Riccardo Mancin
Spiaggia di Boccasette (Porto Tolle – RO) Febbraio 2021.
8 sacchi per un totale di circa 130 kg di plastica rimossi.
Inquinamento da plastica: grave problema per Adriatico e Delta Po ultima modifica: 2021-02-15T08:30:00+01:00 da Nicola Donà

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