Le frittelle adriesi e la favola di Sucon Suchela la fola del frisi e magna

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Frittelle che passione! Aspettando il Carnevale

Fritelle sucon suchela la favola-frittelle

Come ben sappiamo le frittelle sono il dolce carnevalesco per antonomasia. Con il loro dolce sapore e la pasta soffice richiamano sempre momenti festosi e felici dell’anno. Ovviamente anche nel territorio polesano le stesse, sono uno dei tipici dolci carnevaleschi. Noi di itAdria.it quindi aspettando insieme a voi questa variopinta festa vogliamo raccontarvi un po’ questa prelibatezza.

La festa di carnevale tra frittura e storia antica

Fritelle sucon suchela la favola-maschera di carnevale

Risulta corretto, prima di parlare delle frittelle in Polesine, citare un po’ la storia del carnevale. Infatti i festeggiamenti previsti durante questo periodo dell’anno affonderebbero le loro radici a molto tempo fa. La celebrazione del carnevale sarebbero, secondo l’opinione di molti storici, una reminiscenza di quelli che un tempo erano i Saturnalia. Questi ultimi erano un’antica festa romana che festeggiava il dio greco Saturno, l’equivalente del greco Crono. Queste giornate che nell’Impero Romano rappresentavano i festeggiamenti per ricordare la leggendaria età dell’oro. Nel mondo cristiano divennero un periodo di grande abbondanza prima del periodo quaresimale durante il quale non bisognava magnar de grasso.

Le frittelle una dolce storia

La storia del carnevale non è di certo stata citata casualmente. Infatti, si pensa che le frittelle, abbiano origini antiche, come il carnevale. Con il nome di fritilia in epoca romana, queste antenate delle odierne frittelle veneivano preparate sottoforma di bocconcini. Venivano poi fritte in olio e intinte nel miele. Le fritilia erano quindi, come le nostre frittelle per il carnevale, protagoniste dei festeggiamenti dei saturnalia. Questo dolce durante i secoli si diffuse in tutto il territorio italiano prendendo vari nomi. Nel nostro territorio in particolare, si diffusero grazie alla Serenissima Repubblica di Venezia. Infatti, le frittelle nel ‘700 divennero dolce nazionale della Serenissima Repubblica di Venezia. Quindi essendo stata la nostra città sotto il dominio della serenissima. Si può facilmente intuire come le frittelle siano diventate parte della cultura culinaria polesana. La peculiarità delle frittelle in Polesine è inoltre quella di avere una ricetta diversa per ogni località polesana.

Le mille e uno ricette delle frittelle in Polesine

Fritelle sucon suchela la favola-frittelle

Dopo il paragrafo culturale possiamo quindi tornare a parlare delle frittelle. Facendo delle ricerche su questo dolce noi della redazione  ci siamo perciò accorti che nel Polesine esistevano molti tipi di frittella. Basti pensare che nel libro Il fuoco, il piatto e la parola ne vengono citate ben 6 ricette differenti. Infatti, ogni luogo del Polesine porta testimonianza di un procedimento simile, ma allo stesso tempo diverso per realizzare questo dolce. Dalle frittelle di polenta fino alle frittelle di riso; da chi metteva lo zucchero a chi aggiungeva melassa; da chi usava la farina bianca fino a chi addirittura usava la farina di castagne. Insomma, le padelle dei polesani e degli adriesi nei periodi di carnevale, erano spesso piene d’olio! Come d’altronde in tutta Italia. Proprio questa abitudine di friggere e mangiare, permette di riallacciarsi ad una favola appartenente alla tradizone adriese.

“Frisi e magna” la favola del barba Sucon Suchela

Fritelle sucon suchela la favola-libro con foglia e tazza

Infatti, proprio dalla tradizione favolistica adriese emerge una favola che parla di frittelle e voracità, testimoniando come questo dolce appartenesse alla cultura del nostro territorio. Questa fola (favola in daletto adriese) intitolata Frisi e Magna, racconta di una povera madre che voleva preparare le frittelle per sua figlia essendo il periodo di carnevale. Nella sua dispensa erano quindi presenti farina, uvetta, uova e lo zucchero. Ma, mancava la padella per friggere! La povera madre, volendo realizzare il desiderio della figlia di mangiare le frittelle, la mandò da suo zio chiamato appunto Sucon Suchela, chiedendo, se avesse una padella da prestarle. Il vecchio zio quindi, le prestò la padella a patto che lei gli portasse qualche frittella da mangiare, altrimenti sarebbe andato lui a mangiare lei. Dopo aver fritto le frittelle però mamma e fglia, «frisi e magna; frisi e magna». Le mangiarono tutte! Questo fatto scatenò l’ira di Sucon Suchela che si avviò verso l’abitazione per mangiare la povera bambina. La favola però ha un lieto fine perché grazie all’astuzia della madre il malvagio personaggio mangiò una bambola piena di chiodi e morì.

Frittelle si, ma non è tutto!

Da questo breve racconto e dalla breve descrizione delle frittelle si nota come nei nostri territori il cibo sia una sorta di filo conduttore con la storia e la tradizione. Come anche l’alimentazione contadina, scandita dal calendario poiché se a carnevale si poteva abbondare e mangiare ogni tipo di leccornia. Durante la quaresima si doveva mangiare magro, poiché era un periodo di purificazione, e nella tradizione culinaria dell’epoca nessuno si sarebbe sottratto a tali regole. Quindi, la cucina adriese e polesana tradizionale era fortemente stagionale ed ogni periodo aveva le proprie preparazioni tipiche. Questo in ogni caso è il nostro  primo articolo sui piatti della tradizione carnevalesca adriese e polesana. La nostra redazione ha infatti  in programma per i nostri lettori altri articoli ed approfondimenti su quelli che sono i piatti tipici di questo periodo dell’anno. Alla prossima leccornia.

Frittelle che passione! Aspettando il Carnevale ultima modifica: 2019-02-06T12:06:04+01:00 da Matteo Corazza

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