Emigrazione: i polesani primi coloni dell'Agro Pontino

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STORIA STORIE

Sud America fine ottocento: 4500 adriesi emigrati nella terra dell’opportunità

L’emigrazione veneta di fine Ottocento si rivolge verso l’America del Sud che richiede principalmente lavoratori agricoli. Per il Sudamerica ci si imbarcava a Genova. Il viaggio degli emigranti era un affare soprattutto per le compagnie di navigazione, che sul trasporto  di milioni di disperati, miravano a trarre profitto. In Polesine il picco massimo si toccò nel 1891 con circa 17.000 emigrantiAd Adria nell’ultimo decennio dell’Ottocento emigrarono oltre 4.500 persone. Anche qui l’andamento rispecchia quello del Polesine, riscontrando l’apice negli anni attorno al 1891.

Le cause dell’emigrazione polesana di fine Ottocento

Le cause principali di questo fenomeno sono facilmente intuibili. I contadini polesani vivono una vita piena di stenti.  Essi, nutrendosi per lo più di polenta, si ammalano di pellagra.  Altra malattia diffusa è la malaria. Nel 1880, inoltre, si assiste ad una forte crisi agraria che si manifesta con il calo del prezzo dei cereali dovuto all’arrivo del grano americano e del riso asiatico. A tutto ciò si somma il fallimento dello sciopero de la Boje del 1884. Prima della partenza i contadini vendevano ogni loro cosa per racimolare qualche soldo. Nel 1887 le agenzie d’emigrazione convenzionate con i paesi dell’America latina iniziano addirittura a pagare il viaggio per tutta la famiglia. Tutto ciò per attrarre nuova mano d’opera nei paesi come il Brasile e l’Argentina.

Foto di gruppo di migranti adriesi in Argentina

L’emigrazione dei polesani nell’Agro Pontino: il primo gruppo di coloni proveniva dalla Provincia di Rovigo

Un altro fenomeno migratorio interessò i polesani nei primi anni del ‘900. Dopo la bonifica dell’Agro Pontino si assegnarono le terre ai coloni. Per questo si scelsero molte famiglie venete. Il Veneto, infatti, era una regione ad alta crescita demografica. Il 27 ottobre 1932 arrivò il primo gruppo di coloni: 17 famiglie provenienti dalla provincia di Rovigo. In tutto circa 190 persone. Avevano viaggiato su un treno speciale in 3^ classe trainante anche vagoni merce contenenti le loro masserizie. Altri arrivi dalla provincia di Rovigo seguirono fino al 31 ottobre. In tutto 39 famiglie. Molte di queste provenienti da Porto Tolle, Taglio di Po, altre dall’Alto Polesine (Lendinara, Stienta, Villamarzana). Da Adria arrivano quattro famiglie. Ecco i nomi dei capofamiglia: Rizieri Marzola, Arturo Boaretto, Aldo Mosca e Luigi Mosca. Le condizioni di vita che si presentarono a questi emigranti  non furono affatto semplici. Un vero passo nel buio.

Tra i cognomi più diffusi a Latina oggi troviamo Marangon e Mancin che sono di origine veneta. Questi sono anche tra i cognomi più diffusi nei paesi del nostro Delta del Po. Alcuni latinensi noti hanno origini venete. Sembra, infatti, che lo scrittore Pennacchi sia originario del rodigino. La famiglia del cantante Tiziano Ferro, invece, proviene da Cavarzere.

L’emigrazione degli anni ’50

Dal 1951 al 1961 emigrarono più di centomila polesani. L’alluvione del 1951 fu determinante, ma non fu certo l’unico fattore. La ricerca di lavoro spinse i nostri concittadini verso territori più industrializzati. Basti pensare che la popolazione residente ad Adria nel 1951 era di oltre 35.000 abitanti. Nel 1961 era scesa a 25.787. Le mete più appetibili sono la Lombardia e il Piemonte. Attualmente in queste regioni esistono varie Fameje dell’Associazione Polesani nel Mondo alle quali appartengono gruppi di amici discendenti e nati a Rovigo e Provincia. Forte è ancora, quindi, il desiderio di tenere vive le proprie tradizioni e le relazioni con la terra d’origine. A Bottrighe, ad esempio, si promuove il raduno dei Butrigan nel mondo. Attraverso un gruppo Facebook viene diffuso l’invito a quanti, nel tempo, hanno dovuto lasciare il paese natio. L’adesione all’ultima edizione del raduno è stata un vero successo.

Adria – Alluvione 1951

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Sud America fine ottocento: 4500 adriesi emigrati nella terra dell’opportunità ultima modifica: 2019-02-07T10:32:37+01:00 da Letizia Guerra

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