Salute in tavola, le erbe selvatiche commestibili del Delta del Po. I più sofisticati le chiamano piante edibili, altri piante mangerecce, nel Delta del Po si chiamano bruscandoli, sparzine, rosole, patachine, pissacan, carletti, giusto per citarne alcune.
Francesco Corbetta famoso botanico Italiano, ora scomparso, in uno dei suoi tanti libri elenca ben “99 Piante spontanee mangerecce” . Fabrizio Barbieri invece nel suo libro “Andare per erbe nel Polesine e nel Delta del Po” ne cita 101.
Salute in tavola: la cucina a portata di mano
La cucina dei prati degli incolti e delle siepi. Uno dei protagonisti principale di questo periodo sono il “ bruscandolo” i nuovi getti delle piante di luppolo selvatico. I giovani teneri germogli si prestano bene per risotti, ravioli, frittate o miscelati a altre erbe di campo come contorno. Cresce spontaneo negli argini del Po e nelle golene. Dal sapore amarognolo, il bruscandolo ha proprietà tonificanti, rinfrescanti, sedative, diuretiche e lassative, purifica il sangue e stimola la funzione epatica.
Salute in tavola: l’asparago selvatico
Il principe dei germogli, l’Asparagus acutifolius, l’asparago spinoso o pungente (nome italiano), le “sparasine” (nome dialettale). Si tratta di un cespuglio sempreverde, presente in gran parte del bacino Mediterraneo. L’asparago pungente fa parte di quell’associazione di piante definite di “macchia mediterranea“, nel Delta del Po lo si trova ai bordi delle pinete costiere, come pure nelle dune fossili.
La principessa dei terreni incolti
La rosola, la principessa dei terreni incolti, le giovani piante di papavero (Papaver rhoeas). Ottime ottime lessate, tritate e saltate in padella con uno spicchio di aglio. Depurativa, emoliente e drenante è la concorrente del tarassaco. Conosciuto come dente di leone, soffione, o localmente come pissacan, brusaculo, il Taraxacum officinale è come il maiale, non si butta via niente. Con la radice, essiccata in infuso come tisana è un super depurativo del fegato. Le giovani foglie crude in insalata oppure in frittata mescolate con altre erbe. Si trovano anche ricette di risotti con i fiori, con i piccoli boccioli messi sott’olio o sotto aceto, preparati come i capperi. Il tarassaco riattiva la funzione immunologica e potenzia la risposta immunitaria del sistema linfatico. Molto utile nei cambi di stagione.
I carletti o “screzioi”
Detti anche “s’ciopetin” (schiopettino) per via del calice del fiore che una volta maturo spara i semi al loro destino. I germogli di Silene vulgaris, si abbinano bene crudi in insalate, in frittata o in risotto miscelata alle giovani foglie apicali delle ortiche.
Un aperitivo casalingo
L’ hugo è un famoso aperitivo, la base di questo aperitivo è lo sciroppo di fiori di sambuco. Questo sciroppo è ottimo per la preparazione di bevande dissetanti nel periodo estivo. Una ricetta facile facile per fare lo sciroppo: 10-15 ombrelli di fiori di sambuco (a seconda delle dimensioni), 1 litro d’acqua, 1 kg di zucchero, 3 limoni non trattati. Raccogliere e pulire con cura i fiori di sambuco cercando di eliminare i gambi più grossi. Dopo averli lavati e scolati vanno passati poi in un capiente vaso di vetro o in una ciotola. Si aggiungono i limoni tagliati a fettine sottili e il litro di acqua.
Tappare il vaso o coprire la ciotola e lasciar macerare per 24 ore. Il giorno dopo filtrare avendo cura di pressare i fiori e i limoni, (si può usare uno schiacciapatate), in modo da ricavare tutto il succo. Il liquido va poi in una pentola, aggiungere lo zucchero e lasciar bollire per 15-20 minuti. Imbottigliare ancora bollente e riporre le bottiglie capovolte in un contenitore, fino al completo raffreddamento. Conservare in un luogo fresco e buio. Provare per credere. Come aperitivo si consuma in calice con ghiaccio, menta e prosecco.
La raccolta delle erbe
La raccolta delle erbe non deve essere un spasmodica ricerca di bottino, ma un momento di relax a contatto della natura rispettandola in quello che ci offre.