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Canalbianco, il fiume di mezzo, un patrimonio da scoprire

Canalbianco

L’elemento acqua caratterizza il nostro territorio rendendolo per certi versi unico. Pensiamo ai due fiumi più lunghi d’Italia, Po e Adige, che racchiudono la terra polesana. O ancora al Canalbianco che attraversa Adria e che percorre gran parte della provincia fino alla conca di Volta Grimana. Francesco Antonio Bocchi, di cui quest’anno ricorrono i 200 anni dalla nascita, scrive che “il Canalbianco fu opera privata… poco o nulla i governi come tali se ne brigarono. … nuovo di nome e di natura essendo stati distrutti tutti gli anteriori canali“. Il Canalbianco è parte integrante dell’Idrovia Fissero – Tartaro – Canal Bianco – Po di Levante e, recentemente, è stato definito come “fiume di mezzo”.

Un corso d’acqua navigabile anche a scopo turistico

Le attività volte a utilizzare il Canalbianco come via navigabile sembra siano iniziate nel 1938. Da questa idea è derivata l’idrovia Fissero-Tartaro-Canalbianco-Po di Levante. Questa  è un’importante via di navigazione lunga 135 km che collega la città dei Gonzaga con il mare Adriatico. Come potete ben intuire all’elemento acqua si legano aspetti sociali, culturali, ambientali ed economici. Un fattore non trascurabile.

Canalbianco Tramonto 20 Febbraio 2021

Quello del Canalbianco, quindi,  è un corso d’acqua che ha la particolarità di essere navigabile e non solo a scopo commerciale. Esso ben si presta ad un turismo slow, sostenibile e accessibile. Per questi motivi è nato il progetto di Assonautica Acque Interne Veneto ed Emilia “Navighiamo il museo diffuso dell’acqua”. L’iniziativa è sostenuta dalla Camera di Commercio di Venezia-Rovigo, con il coordinamento di Provincia di Rovigo e la collaborazione di CPSSAE e Fiab Rovigo. L‘obiettivo è quello di lanciare un tipo di visitazione diverso, improntato alla sicurezza e alla prossimità in chiave bike and boat. Una modalità di visitazione sana e rilassante, quindi, che unisce la bicicletta alla barca.

La via dell’archeologia percorre il Canalbianco

Oggi ci soffermiamo sul percorso più lungo dei tre finora sperimentati con successo: La via dell’archeologia. Questo itinerario ci interessa da vicino poiché lega due realtà museali la cui visita aiuta a  comprendere l’evoluzione e lo sviluppo di un territorio. Ci si sposta, quindi, da Rovigo ad Adria, nel segno della storia. Si parte dal Museo dei Grandi Fiumi di Rovigo realtà che quest’anno compie 20 anni e si raggiunge il Museo Archeologico Nazionale di Adria di cui quest’anno ricorrono i 60 anni dell’inaugurazione. Un’occasione in più, quindi, per ricordare queste ricorrenze nel corso 2021.
Ma andiamo nel dettaglio del percorso. Dopo aver ammirato il complesso dell’antico monastero Olivetano di San Bartolomeo e visitato il Museo rodigino, si può raggiungere in bicicletta l’approdo di Rovigo o in alternativa quello di Bosaro, entrambi sul Canalbianco.

Attracco Via Dell'archeologia
Foto da sito assonauticavenetoemilia.it

Caricati i mezzi a bordo ci si può fermare a Lama Polesine (l’attracco è nei pressi d’una zona pic nic attrezzata), punto di partenza della Ciclovia di San Beda per raggiungere Gavello. Oppure si può proseguire direttamente fino ad Adria, città che ha dato il nome al mar Adriatico. L’attracco è a poche centinaia di metri dal Museo Archeologico Nazionale di Adria. Itinerario e visite richiedono l’impegno di una giornata ma si collegano con altri percorsi per vacanze naturalistiche che possono durare più giorni. Vi è la possibilità di effettuare il percorso fluviale con barca turistica, house boat o imbarcazione privata (dal sito di Assonautica, la via dell’Archeologia)

Un percorso fluviale sul Canalbianco sperimentato 15 anni fa

La valorizzazione di questo percorso fluviale mi rende particolarmente felice perchè è una cosa su cui credo molto. Ben 15 anni fa la Consulta della Cultura e dell’Educazione che presiedevo aveva proposto un’iniziativa legata all’acqua. Nella prima edizione di “ADRIACQUA FESTIVAL lungo il fiume e sull’acqua“, fra i vari eventi, venne da noi poposto un percoso in motonave sul Canalbianco. La partenza si effettuò da Adria e si arrivò all’attracco di Bosaro per poi proseguire con la visita al Museo dei Grandi Fiumi di Rovigo. Il titolo “Viaggi e viaggiatori sulle vie d’acqua” era un modo per rievocare la vocazione di un territorio e in particolare di Adria. Mi piace l’idea di avere in un certo modo precorso i tempi. Ora auspico che i viaggi e i viaggiatori sul Canalbianco diventino sempre più una realtà.

Adriacqua Festival 2006 (2)
Attracco di Bosaro, AdriAcqua Festival 2006
Canalbianco, il fiume di mezzo, un patrimonio da scoprire ultima modifica: 2021-04-07T13:16:35+02:00 da Letizia Guerra

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