Nel visitare la città di Adria possiamo addentrarci nelle sue diverse zone, che contraddistinguono i suoi quartieri. Due in particolare sono i borghi in cui tradizionalmente, fin dalle epoche storiche più antiche, si è svolta la vita cittadina: la Tomba ed il Castello. Importante è il cosiddetto borgo dei pescatori di Canareggio. Più recenti le aree della Carbonara, il Borgo XXV Luglio ed il Borgo Dolomiti. Vediamo attraverso questo articolo quindi brevemente i principali quartieri della città, che in seguito approfondiremo, località per località.
Storia ed evoluzione di una città
L’abitato di Adria ha una storia molto antica, come attestano i reperti risalenti all’età del Bronzo conservati nel Museo Archeologico Nazionale. Evidentemente la città, come la possiamo visitare ora, è il frutto di notevoli modifiche accorse nel tempo. Curioso scoprire i nomi di vie, borghi e quartieri attraverso le antiche mappe. Degna di nota è la Pianta Scenografica della Città di ADRIA nello Stato Veneto disegnata da Giovanni Carlo Zanolivani, d’Autorità Veneta Pubblico Perito Agrimensore, ed Ingegnere. Dalla sua veduta, nel 1770, l’incisore Antonio Zaballi ricavò la prima immagine a stampa della città.
Tomba
È la parte più antica di Adria, con la Basilica Santa Maria della Tomba, l’area archeologica del Museo Archeologico Nazionale, l’Ospedale e la Chiesa di Santa Maria degli Angeli. La denominazione della basilica “De Tumbam” secondo la tradizione deriverebbe dalla tomba romana presso cui risulterebbe edificata la primitiva chiesa. Sulla facciata dell’attuale basilica si conserva ben visibile un rudere dell’antica torre campanaria romanica, costruita sui resti dell’antico faro dell’Adriatico.
Castello
In epoca medievale, a nord della Tomba e ad essa collegata tramite la Strada Maestra, sorse un’imponente fortificazione in area più elevata e facilmente difendibile, che da allora si chiama Castello. Il quartiere divenne il cuore della vita cittadina e qui si ricostruì la chiesa Cattedrale. La sede della cattedra del Vescovo, dedicata ai Santi Pietro e Paolo, subì nel corso del tempo importanti trasformazioni, come si può conoscere visitando l’annesso Museo della Cattedrale.
Canareggio
La denominazione derivante da canereo cioè canneto, ha probabilmente origine dalla presenza diffusa di paludi dove si coltivava la canna, all’epoca dalla Dominazione della Serenissima Repubblica di Venezia. Il quartiere conserva ancora una struttura tipicamente marinara. Con la sua serie di vicoli, calli, canali pescosi e paludi, costituiva la parte più umile ma allo stesso tempi più laboriosa, riserva di caccia, pesca e raccolta di erbe palustri. Nel 1940 a seguito delle opere di rinnovamento della città di Adria, il Canalino, ramo sud del Canalbianco, verso la Tomba, venne interrato e reso transitabile.
Carbonara
Lo storico adriese F. A. Bocchi nel suo Storia dell’antica Adria e del Polesine di Rovigo, 1879, afferma che derivi da Carbonaria, un antico ramo del Po passante per Adria verso la metà del I sec. a.C., ricordato da Plinio il Vecchio. Il termine latino carbonaria indica anche la fossa predisposta per la produzione del carbone dalla legna. Il ritrovamento, testimoniato dell’Ing. G. B. Scarpari nell’inverno 1945-46, in località Retratto, di due manufatti circolari costruiti con mattoni laterizi romani, ancora ripiene di carbone dolce, ha confermato proprio la presenza di queste fosse nel quartiere. L’area si estende ad Est, lungo la via che conduceva al borgo romano di Gabellum, l’odierno Gavello.
Borgo XXV luglio
Il quartiere si trova poco distante dal centro, alla sinistra del Canalbianco. È una zona popolare lungo l’antica strada arginale detta Cengiaretto, da cengiaro o cinghiaro, (maiale) per la presenza di numerosi allevamenti di suini. Durante la Grande Guerra si attrezzarono dormitori pubblici per sfollati e soldati in transito. Numerose famiglie senzatetto trovarono rifugio in baracche di legno. Purtroppo queste sistemazioni provvisorie e malsane ospitarono per anni le famiglie più povere. Successivamente, nel decennio fascista 1930-40, il quartiere venne coinvolto nel vasto processo di rinnovamento della città. Si edificarono case popolari in mattoni, ultimate in appena in 6 mesi. Nel 1938 il quartiere prese nome di Borgo 23 marzo perché in quel giorno, nella ricorrenza della fondazione del Partito dei Fasci Italiani di Combattimento, venne posata la prima pietra. Nel 1943, in seguito alla caduta del fascismo, il quartiere venne rinominato Borgo XXV luglio.
Borgo Dolomiti
A Nord del quartiere Castello, il 22 ottobre 1876 si inaugurò la Stazione Ferroviaria. I binari della linea Adria-Rovigo collegarono meglio la città al capoluogo Rovigo tuttavia, di fatto separarono il centro dai popolosi sobborghi che si estendevano a nord. La zona subì molti danni a causa dell’alluvione del Po del 1951. Grazie ai generosi fondi stanziati della Regione Autonoma del Trentino Alto Adige, migliaia di abitazioni vennero ricostruite. Dalla riconoscenza per il decisivo aiuto alla rinascita della città deriva la denominazione di questo quartiere in Borgo Dolomiti e la dedicazione della nuova Chiesa Parrocchiale a San Vigilio, vescovo e martire, patrono di Trento.
Le Frazioni
In rigoroso ordine alfabetico le sette Frazioni del Comune di Adria sono: Baricetta; Bellombra; Bottrighe; Cà Emo; Cavanella Po; Fasana; Mazzorno Sinistro; Valliera. Ognuna di essa merita un singolo approfondimento, e saranno oggetto di prossimi articoli.