Biodiversità del Delta dl Po: l’Erpetofauna, anfibi e rettili. Potremmo definire il Delta del Po una terra anfibia, ma anfibi sono anche gli abitanti di questa terra che vivono in simbiosi tra Terra e Acqua. Anche nel mondo vegetale troviamo diverse piante anfibie. Per Erpetofauna, invece si intendono due grandi gruppi di animali che sono gli anfibi e i rettili, questi si dividono a sua volta in ordini. Tra gli anfibi vanno ricordati gli anuri comunemente conosciuti come rane, rospi, e raganelle e i caudati o urodeli a cui appartengono tritoni e salamandre.
Otto specie di anuri
Gli studi svolti sugli anfibi del Delta del Po segnalano otto specie di anuri. La specie più numerosa è la Rana Verde (Rana esculenta) e presenta un discreto stato di conservazione. Un tempo in Polesine e nel Delta del Po è stata una buona fonte economica per i pescatori e venditori di rane nonché fonte proteica. Prelibate le sue carni in risotti, minestre e fritte, tuttora si trova nei menù di certe trattorie. Non commestibile ma altrettanto numeroso è il Rospo smeraldino (Bufo viridis), assieme alla Rana verde, è l’anfibio più abbondante e diffuso del Delta del Po Veneto
La Raganella Italiana
“La racola”, nome dialettale della Hyla intermedia. Un tempo la racola gracchiava nei manubri delle biciclette, così si chiamavano i rudimentali campanelli che ne ricordavano il canto. Nella coltura contadina, invece, l’insistente canto della raganella preannunciava, l’arrivo della pioggia. In Polesine e in Particolare nel Delta del Po la specie appare ancora ben diffusa e abbondante. Dal presente studio risulta infatti essere la terza specie numericamente più abbondante dopo Rana verde e Rospo smeraldino.
Un rospo non troppo comune
Il Rospo comune (Bufo bufo), nonostante il suo nome tanto comune non lo è più. Infatti dagli studi effettuati, la distribuzione di questo anfibio in vasti settori del Delta del Po Veneto e più in generale, della Pianura Veneta, appare frammentaria. Le cause della sua progressiva rarefazione in Polesine sono imputabili principalmente alla distruzione dell’ambiente agrario tradizionale un tempo molto più ricco di siepi e corsi d’acqua dotati di vegetazione ripariale e all’impiego di prodotti chimici in agricoltura.
Le rane rosse
“Saltaro” in dialetto, per via dei lunghi salti che effettua la Rana dalmatina (Rana dalmatina) nelle sue fughe o attacchi. In Polesine e in Particolare nel Delta del Po la specie risulta ancora sufficientemente diffusa e abbondante. Una sua stretta parente è la Rana di Lataste (Rana latastei) che non gode della stessa salute della Dalmatina. Si tratta di una specie rigorosamente protetta, essendo inserito nell’allegato II della direttiva di Berna e nell’allegato II della Direttiva “Habitat”. E’ inoltre inserita nella Lista Rossa dello IUCN tra le specie vulnerabili.
Una star è un alieno
La star è il nostro Pelobate fosco (Pelobates fuscus), un piccolo rospo, molto raro, che vive sotto terra. Qui il link per arrivare ad un nostro speciale . Specie alloctona, definita “aliena” è invece la Rana toro presente in diverse aree Deltizie, la specie è considerata dannosa e invasi. Anche della Rana toro abbiamo già parlato in questo nostro articolo, clicca qui. Gli anfibi in genere sono amici dell’uomo e nemici delle zanzare, nella loro dieta le larve di zanzara sono una ghiottoneria.
Gli urodeli, i tritoni.
Due gli urodeli rilevati nell’area del Delta del Po.Il Tritone crestato e il Tritone punteggiato. Il Tritone crestato italiano (Triturus carnifex) è rigorosamente protetto, essendo inserito nell’allegato II della direttiva di Berna e nell’allegato II della Direttiva “Habitat”. Oltre al Tritone crestato è presente una seconda specie il Tritone punteggiato (Lissotriton vulgaris). Lo status di queste specie, nel Delta Veneto, appare assai precario, se si considera che fino alla prima metà del ‘900 la specie era diffusa e abbondante anche in Polesine. Nel Delta del Po è presente nei siti naturali ben conservati.
Le biscie
Dell’ordine degli ofidi, famiglia colubri, due specie particolarmente legate all’acqua quale nicchia trofica, la Natrice dal collare (Natrix natrix) la cosidetta “ anza” e la Natrice tassellata (Natrix tessellata). Un terzo, più terrestre, lungo e nero, è il Biacco, “il carbonasso” (Hierophis viridiflavus). Una quarta specie di grande rilievo ecologico e scientifico è rappresentata da un viperide, la Vipera comune (Vipera aspis), perseguitata in altri ambienti di pianura si ritrova in alcuni siti Delta del Po con una popolazione relitta. Questo serpentello se pur velenoso non rappresenta un pericolo, timida ed elusiva si nasconde velocemente appena avverte un potenziale pericolo per se stessa, tra questi l’uomo.
Rettili corazzati, le testudini
Le testudini, le testuggine palustre e la tartaruga caretta, due rettili strettamente legati all’acqua. La Testuggine palustre (Emys orbicularis) un tempo piuttosto diffusa in tutto il Delta del Po è in questi anni in declino per diverse cause, tra queste la concorrenza di una sua consimile di origine americane molto invasiva. Da alcuni anni, sempre più spesso, lungo il litorale deltizio, vengono avvistati esemplari di Careta careta. A questo link un altro nostro articolo.
Nomi dialettali Polesani di alcune specie citate.
Rana dalmatina: saltaro
Raganella: racola
Lucertola muraiola o campestre: resestola, marisangola
Ramarro: neguro, andeguro
Natrice dal collare e tasellata: anza
Biacco: carbonasso
Testuggine palustre: galana.
Per saperne di più sugli anfibi del Delta del Po