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LO SAPEVI CHE NATURA

Report, specie invasive nel Delta del Po riserva della Biosfera

Pedalata

REPORT GLI ALIENI: specie invasive nel Delta del Po riserva della Biosfera. Abbiamo spesso descritto nei nostri articoli, le bellezze paesaggistiche, la particolare flora e la ricca fauna del Delta del Po. Ma come si dice: “Non è tutto oro quello che luccica”. Diverse specie invasive, infatti minacciano i delicati equilibri dei vari ambienti del Delta del Po, riserva della Biosfera. Gli alieni, detti anche alloctoni,  sono animali e vegetali provenienti da altri continenti. Questi hanno colonizzato determinati ambienti creando seri problemi agli ecosistemi. Queste “invasioni biologiche” provocate dall’uomo, rappresentano attualmente una tra le principali minacce alla biodiversità, seconda solo alla distruzione degli habitat.

Granchio Blu
Ultimi arrivi, il Granchio Blu

L’Europa ha stilato nel 2019 l’elenco delle 49 specie vegetali e animali invasive e  pericolose. Una dato: 33 delle 49 specie pericolose a livello europeo, sono presenti in Italia.  Alcune di queste sono  presenti  in Polesine e nel Delta del Po. Andiamo a conoscere e scoprire alcune di queste.

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Nutria

In queste pagine abbiamo già parlato di un alieno presente nel Delta del Po. l’Ibis sacro. Storica invece  la Nutria  (Myocastor coypus).  La Nutria si nutre di radici, tuberi e rizomi, ortaggi, giovani germogli, graniglie e frutta. E’ un animale piuttosto riproduttivo, 2 – 3 volte all’anno la femmina partorisce in media 5 piccoli, il che la rende invasiva. Le nutrie spesso costruiscono lunghi cunicoli e tunnel di collegamento lungo le rive degli argini dei fiumi, creando seri problemi alla stabilità degli argini prescelti. Origine: Sudamerica.  Anno di introduzione: anni ’20 del secolo scorso. Motivo dell’introduzione: allevamenti per la sua pelliccia.

Pesce Siluro
Siluro d’Europoa

Report il re degli alieni: il Siluro

Il Siluro d’Europa (Silurus glanis), si nutre di pesci vivi e morti, vermi, larve e quant’altro possa trovare sul fondo. Nello specifico, durante la fase giovanile la sua alimentazione è composta da invertebrati di fondale.  Nella fase adulta si alimenta di pesci quali anguille e ciprinidi (Barbo, Scardola, Carpa e Carassio), supera il metro in lunghezza e i 100 kg di peso.  Il più grande siluro registrato è stato pescato nel Delta del Po ed era lungo 2,78 m per un peso di 144 kg. Origine: Europa orientale.  Anno di introduzione: seconda metà anni ‘50 del secolo scorso. Motivo dell’introduzione: allevamenti per la sua carne, e liberazione nei laghetti per pesca sportiva.

Report Gambero Killer
Gambero killer

Alieni acquatici, crostacei, anfibi, rettili

Gambero killer o Gambero rosso della Louisiana (Procambarus clarkii). Questo crostaceo molto simile al nostro Gambero di fiume, è in grado di resistere e respirare fuori dall’acqua per alcune ore. E’ un vorace predatore si nutre di uova di pesci, di anfibi (rane e salamandre su tutti) e di insetti acquatici ma anche di specie vegetali presenti (alghe, piante acquatiche), rischiando di annullare la biodiversità dei luoghi dove si insidia. in Italia ed in Europa rappresenta poi una gravissima minaccia per i sempre più rari gamberi nostrani. E’ portatore sano di alcune gravi malattie, tra cui la famigerata “peste del gambero” (Aphanomyces astaci), che non lascia scampo alle nostre specie. Origine: Stati Uniti centro-meridionali e del Messico nord-orientale, Louisana. Anno di introduzione: 1991 (Toscana). Motivo dell’introduzione: allevamento per le sua carne.

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Rana toro

Rana toro (Lithobates catesbeianus)

Il nome deriva dal suo particolare gracidio che può ricordare il muggito dei bovini. Questo, gigantesco anfibio può raggiungere i 10 anni di età e i 750 g di peso,. La Rana toro è inserita nell’elenco delle 100 tra le specie invasive più dannose al mondo.  Questo anfibio preda infatti una vasta gamma di animali: piccoli mammiferi, grossi insetti, pesci, uccelli, rettili e, soprattutto, altri anfibi. Dove presente mette quindi in pericolo la sopravvivenza delle popolazioni locali di questi animali. La rana toro si è rivelata un agente per la diffusione del fungo Batrachochytrium dendrobatidis, causa di declino di numerosi anfibi nel mondo. Origini:  Nord America, Stati Uniti orientali e centrali e di alcune zone del Canada sud-orientale. Anno di introduzione: anni ’30 del secolo scorso. Motivo dell’introduzione: allevamento per la sua carne.

Report Tartaruga
Tartaruga dalle orecchie rosse

Tartaruga dalle orecchie rosse

Si stima che in Italia giungano circa 900.000 testuggini l’anno. La Trachemys scripta elegans, è un rettile molto simile alla nostra Tartaruga palustre. Le femmine di questo rettile possono raggiungere i 30 cm di lunghezza con un peso di 1,50 kg. Questa specie viene comunemente ritenuta una temibile predatrice di anfibi, uova e piccoli pesci. E’ concausa della diminuzione degli esemplari dell’autoctona Emys orbicularis.  Origini: centro e del sud degli Stati Uniti (valle del Mississippi), dall’Illinois al Golfo del Messico. Anno di introduzione: non conosciuto. Motivo dell’introduzione: specie rilasciata dall’ uomo in età adulta dopo averla allevata in cattività. Le nuove normative europee prevedono l’eradicazione di questa specie. Anche chi le detiene deve adeguarsi a determinate regole (denuncia di possesso dell’animale, mirocip, accurata custodia o sterilizzazione dei soggetti) per saperne di più.

NASCE NEL PARCO DELTA DEL PO. IL PRIMO CENTRO DI RECUPERO REGIONALE PER TESTUGGINE PALUSTRE AMERICANA

Report, specie invasive nel Delta del Po riserva della Biosfera ultima modifica: 2021-01-22T07:53:43+01:00 da Nicola Donà

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