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La tartaruga marina Martina: cronaca della liberazione nel Delta

Tartaruga Liberazione

Domenica, 1 Novembre 2020 dopo tre settimane di degenza, la tartaruga marina Martina; una Careta careta di circa tre anni è ritornata nel suo habitat naturale, il mare. Inizialmente, ci spiegano gli organizzatori, si era scelto di partire dal porticciolo di Porto Caleri in barca; per andare poi a liberare Martina, a qualche miglio dalla costa. La fitta nebbia ci ha costretto al già previsto e organizzato piano B: una passeggiata in mare. Considerata la bassa marea, fino a raggiungere un certo fondale atto alla liberazione di Martina. Ma alla fine anche la nebbia ha creato il suo fascino a incoronare un momento davvero emozionante. In calce all’articolo alcuni indirizzi per rivivere il momento in video.

La tartaruga marina Martina Martina
L’arrivo in spiaggia di Martina. Durante le fasi di assistenza le tartarughe marine devono essere sempre mantenute coperte con degli stracci umidi.

La tartaruga marina Martina: gli attori

Il CRAS di Polesella. Il CRAS di Polesella (RO) serve tre provincie, Rovigo, Padova e Venezia. Il Centro di Recupero Animali Selvatici si trova all’interno di una clinica veterinaria. Nata agli inizi degli anni ’90 anni da un’idea del dott. Luciano Taricone. L’intento del CRAS èquello di curare, riabilitare e reintrodurre in natura uccelli e mammiferi selvatici in difficoltà. Il tutto unendo la passione alle competenze di medici  veterinari specializzati nel settore; oltre l’impegno quotidiano nelle ricerche epidemiologiche ed ematologiche. E’ qui che Martina è stata curata, nutrita e riabilitata dalle abili mani di Melania Dottoressa Verdina.

La tartaruga marina Martina Melania Bis
Passeggiata in mare.

La tartaruga marina Martina: WWF Rovigo

WWF Rovigo che sostiene e partecipa a questo progetto ben preciso di salvaguardia delle tartarughe marine. Ecco cosa dicono della caretta caretta. La tartaruga marina comune (Caretta caretta) è una specie carnivora; e gli individui attraversano nel corso della vita due diverse fasi ecologiche. All’inizio frequentano la zona superficiale del mare aperto e in seguito si spostano in fondali bassi. La tartaruga marina comune è una specie diffusa tanto nelle acque degli Oceani Atlantico, Indiano e Pacifico quanto nel bacino del Mediterraneo e del Mar Nero. In particolare, nel Mediterraneo, i siti di deposizione delle uova sono localizzati soprattutto nella parte orientale: Grecia, Turchia, Cipro, Libia. Nella parte occidentale le nidificazioni sono da ritenersi eccezionali.

La tartaruga marina Martina Locandina
Progetto Invasion

Una specie a rischio di estinzione

In Italia, se i nidi deposti ogni anno sono solo alcune decine di unità (contro le 7 mila dell’intero Mediterraneo). Le tartarughe sono seriamente minacciate dall’uomo, in quanto sono sensibili a molte delle attività umane, tra cui il disturbo del turismo nelle aree di riproduzione, e la pesca accidentale. Si stima che ogni anno circa 150mila tartarughe marine finiscano catturate negli attrezzi da pesca nel Mediterraneo e che di queste oltre 40.000 muoiano.

FEAMP e progetto INVASION

E’ sulla scia di questi dati, scientifici e preoccupanti per la specie, che nasce il Fondo Europeo per la Politica Marittima, la Pesca e l’Acquacoltura. FEAMP contribuisce al raggiungimento degli obiettivi di crescita intelligente, sostenibile e inclusiva stabiliti dalla Commissione Europea nella Strategia Europa 2020 e si inquadra all’interno delle linee di indirizzo stabilite dalla Politica Comune della Pesca e dalla Crescita Blu. Il FEAMP si articola attorno a quattro pilastri:

  • Pesca intelligente ed ecocompatibile, che consenta di agevolare la transizione verso una pesca sostenibile
  • Acquacoltura intelligente ed ecocompatibile, affinché i consumatori della UE abbiano accesso a un’alimentazione sana e nutriente
  • sviluppo sostenibile e inclusivo delle comunità che dipendono dalla pesca
  • Politiche marittime intersettoriali che generino risparmi e crescita
La tartaruga marina Martina Cartina Sic
In azzurro evidenziato la nuova area SIC Adriatico Settntrionale Veneto – Delta del Po

Sinergie e azioni concrete

E’, a proposito di quanto sopra descritto, che ancora una volta, il Delta del Po si onora di un nuovo SIC (Sito di Importanza Comunitaria) dedicato al mare denominato “Adriatico Settentrionale Veneto – Delta del Po” sigla di riconoscimento IT3270025. I SIC sono riconosciuti nel quadro della Direttiva Habitat dall’Unione Europea. Si tratta di una superficie di 225 chilometri quadrati, tra le 6 e le 12 miglia dalla costa. L’area è stata individuata grazie al lavoro sinergico tra ricercatori, pescatori e Ente Parco naturale Regionale del Delta del Po. La designazione di questo sito nell’Alto Adriatico risulta particolarmente importante per la presenza e tutela di due specie: una specie di delfino, il Tursiope (Tursiops truncatus)  e la Tartaruga comune (Caretta caretta).

Qui i video (Qui il link )della liberazione di Leandro Maggi e Andrea Smiderle.

La tartaruga marina Martina: cronaca della liberazione nel Delta ultima modifica: 2020-11-06T08:30:24+01:00 da Nicola Donà

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