Vi raccontiamo la storia del sarcofago di Terentia Capitolina - itAdria

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MEMORIA STORIE

Vi raccontiamo la storia del sarcofago di Terentia Capitolina

Strada Romana

In epoca romana, probabilmente, anche ad Adria, dal 13 al 15 febbraio si celebrava l’antica festa di Lupercalia . Questa era una festa romana propiziatoria per la fertilità, da cui, pare abbia tratto origine la festa degli innamorati che ora celebriamo il 14 febbraio. Dal 15 al 18  febbraio era la volta della Februatio. Durante questa festa si purificava la città e i suoi abitanti dall’azione dei demoni maligni. Da questa celebrazione, invece, deriva la festa della Candelora. Il Cristianesimo convertì la Februatio nella festa della Purificazione della Beata Vergine Maria spostandola al 2 febbraio. Ma torniamo all’antica Atria, nel II secolo d. C., quando si pensa abbiano vissuto Marco Mustio Secondino e sua moglie Terenzia Capitolina. Vi raccontiamo la loro storia.

Vi raccontiamo la storia del sarcofago di Terentia

Il loro legame è noto grazie a un reperto che da secoli, ormai, appartiene alla storia della Città. Il conte Camillo Silvestri, ben noto a Rovigo per la sua opera culturale, racconta che ai suoi tempi (probabilmente dopo la metà del 1600) si ritrovò ad Adria un bellissimo sarcofago durante lo scavo del Convento dei Padri Riformati. Questo sarcofago fu, poi, infisso nella parete esterna della chiesa dello stesso Convento. Dalla chiesa di Santa Maria degli Angeli fu levato nel primi anni dell’Ottocento quando fu trasportato nel Museo Bocchi.

Vi raccontiamo la storia - Museo Civico Bocchi
Museo Civico, primi anni del ‘900 – il sarcofago sulla destra

Il latinista dott. Vincenzo De Vit scrive, invece, che Girolamo Bocchi narra che il sarcofago fu scoperto in Adria l’anno 1656 del mese di aprile. Egli colloca la scoperta nel momento del restauro della Chiesa di Santa Maria Assunta della Tomba. Il luogo del ritrovamento: sotto i gradini delle scale presso la porta del campanile. Sembra che Francesco Girolamo Bocchi acquistò l’antico manufatto dal demanio nel 1806, collocandolo nello stesso anno nel Museo Bocchi, anche qui incassato nel muro. Francesco Antonio de Lardi testimonia, infatti, che il nobile sarcofago di Terentia Capitolina è posto nella sala d’ingresso, al piano terreno, di detto Museo. Siamo nella metà del XIX secolo.

Vi raccontiamo la storia - Basilica della Tomba
Chiesa della Tomba – primi anni del ‘900

Il sarcofago ora si trova al Museo Archeologico Nazionale di Adria

Attualmente il sarcofago è visibile nel Lapidario ovvero il luogo delle pietre del Museo Archeologico Nazionale di Adria. E’ realizzato in marmo e non è di notevoli dimensioni. Si può notare come sia stato adattato per essere incassato su una parete.  Il sarcofago è il più antico dei rari sarcofagi rinvenuti nel Polesine. Si tratta di un sarcofago a “cassapanca” di buona fattura. Sul fronte spiccano ai lati due amorini che sorreggono un’epigrafe centrale. L’impostazione è, quindi, tipica dei sarcofagi nordadriatici che si rifanno alla tradizione orientale.  Su questi, spesso, appunto, gli eroti (o amorini) reggono tabelle sulle quali è inserito il nome del defunto. Dall’epigrafe si ricava la dedica: Agli Dei Mani di Terenzia Capitolina moglie devotissima di Marco Mustio Secondino fece da viva. Sembra che l’usanza di realizzare il proprio sepolcro ancora in vita fosse diffusa fra chi si compiacevano nell’esibire i propri mezzi economici.

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Il sarcofago di Terentia Capitolina – rassegna 8 marzo “Le ragioni del cuore” le donne raccontano il Museo

Vi raccontiamo una storia legata ad un’antica iscrizione

Pare che sia la gens Mustia che quella Terentia fossero assai numerose presso l’antica Padova. Alcuni studiosi, pertanto, ipotizzarono che Marco Mustio Secondino e Terenzia Capitolina fossero proprio patavini. La presenza della famiglia Terentia ad Adria è, però, testimoniata anche da un’altra lapide. Anch’essa appartenuta alla famiglia Bocchi (Giacinto), fu ritrovata in località Bettola. Si tratta del sepolcro di Terentia Tertulla figlia di Quinto Terenzio Tertullo, ingenua, ovvero nata libera. Questo portò a pensare anche che Terentia Capitolina fosse di Adria, mentre il marito provenisse da Padova.
Abbiamo visto come una semplice iscrizione ci abbia portato indietro nel tempo. L’intento di Terentia Capitolina era quello di incidere la sua memoria sulla pietra. Così è stato e ancora oggi si prova ad immaginare la sua storia.

Vi raccontiamo la storia del sarcofago di Terentia Capitolina ultima modifica: 2022-02-15T18:27:50+01:00 da Letizia Guerra

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