Da bambina, quando mi allontanavo da Adria, sulla via del ritorno non vedevo l’ora di scorgere con lo sguardo i due campanili più alti della Città. La torre campanaria della Cattedrale e quella della Basilica della Tomba si stagliano, infatti, all’orizzonte. In questo modo rendono inconfomdibile lo skyline cittadino. Quest’anno il campanile della Tomba compie 90 anni. La sua inaugurazione risale, infatti, al 15 novembre 1931. Le particolari vicissitudini di questa torre campanaria sono strettamente legate alla storia di Adria. Per questo merita oggi la nostra attenzione e una speciale narrazione.
La leggenda narra che la torre campanaria della Tomba sia stata realizzata riutilizzando l’antico faro romano
L’improvviso crollo del campanile di San Marco nel 1902 suscita una forte impressione. L’eco di questa sconvolgente vicenda arriva anche ad Adria. Si decide, quindi, di troncare il trecentesco campanile romanico della Basilica della Tomba, pensando che possa essere anch’esso pericolante. Ghitano Smorgoni, poeta adriese dell’epoca, gli dedica una poesia in vernacolo intitolata “I l’a mocà”. Questi i versi iniziali:
Povero campanil de la mi cesa, l’antichissima cesa de la Tomba!
oh se savessi quanto ch’a me pesa a vèdarlo mocà!
Qui potete ascoltare il testo integrale della poesia:
La torre campanaria fu, dunque, troncata quasi a metà. L’orologio venne tolto. La cupola del campanile trecentesco subì sicuramente un rifacimento. Negli Annali di Guarnieri -Bocchi vi è un’annotazione del 06/09/1793 riferita ad un accadimento legato ad un temporale. Una saetta trette giù la cubola della Chiesa Parrocchiale di Santa Maria della Tomba…
Francesco Antonio Bocchi ne “Il Polesine di Rovigo”, edito nel 1861, scrive che in Adria degna di menzione è una torre antica che venne ridotta a campanile della Tomba. Le sue fondamente ne confermano l’antichità.
La leggenda narra, infatti, che tale torre fosse il vetusto faro romano dell’Adriatico.
L’attuale campanile viene inaugurato nel 1931
L’attuale campanile è, quindi, il terzo della Basilica dedicata a Santa Maria Assunta. Dopo la demolizione del troncone avvenuta nel 1928, il nuovo campanile, progettato dall’arch. adriese Giambattista Scarpari, è inaugurato nel 1931. È indubbia una forte impronta di venezianità vista la somiglianza con il campanile di San Marco. A ricordare l’inaugurazione viene posta una lapide in pietra posta sul lato sud della torre campanaria.
Il testo in latino recita: Quale ero una volta – torre – e guidavo il corso delle navi – sono ancor oggi – torre – ricostruita nell’anno 1931 – e con la mia guglia indico agli uomini il Cielo – e con la mia voce chiamo coloro che devono recarsi al Tempio.
Sul lato ovest del campanile è posta un’importante epigrafe in pietra del I° secolo a.C.. Si tratta di un’iscrizione funeraria che certifica la presenza di un Collegium Nautarum del municipium di Atria. A quell’epoca, infatti, la Città comunicava ancora con il mare con un porto canale. Vincenzo De Vit ne “Adria e le sue antiche epigrafi” (1888), così scrive: È noto che gli Adriesi già da tempi remotissimi percorrevano il mare ed è noto altresì che essi possedevano una numerosa flottiglia: e lo conferma lo stesso Collegium Nautarum. Ad Adria era presente, quindi, una corporazione attiva di marinai. Nella Regio X, oltre ad Adria, erano documentati i Collegium Nautarum di Verona e Brescia.
Anche l’odierno campanile è rimasto vittima della furia della natura. Nell’agosto 2007, infatti, un fulmine ne ha squarciato la cupola e danneggiato il tetto della chiesa adiacente. L’orologio si è fermato alle 10.07, l’ora in cui è caduto il fulmine che ha provocato una pioggia di detriti. Alcuni blocchi si sono addirittura conficcati sul sagrato della chiesa. Il caso ha voluto che passassi poco dopo il fatto e mi fermassi a scattare alcune foto.
Dopo il restauro il campanile è tornato a vigilare sull’antico quartiere della Tomba e a indicare agli uomini il cielo.
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