Il vino nella storia di Adria e del Polesine - itAdria

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LO SAPEVI CHE STORIA

Il vino nella storia di Adria e del Polesine

Grappolo D'uva. Jpg

Sicuramente il nostro amato Polesine non è noto ai più come terra con una vasta tradizione vinicola. Come si può invece constatare in altri territori d’Italia. Questo per vari motivi sia storici che morfologici. Un esempio lo riscontriamo nelle crittogame (malattie della vite) che costituirono una minaccia per il panorama vinicolo italiano ed europeo nel corso dell’800. Queste malattie infatti minarono più di ogni altro quei territori in cui la viticoltura non aveva subito un’evoluzione tecnologica importante come il Polesine. Il nostro territorio, soprattutto la città di Adria non sono da sempre stati esclusi nel tempo dal mercato e dalla produzione vinicola come si può pensare. Nell’articolo scopriremo, insieme il vino nella storia di Adria e del Polesine.

Il vino nella storia di Adria e del Polesine, l’antico vino Hadrianum.

Anfore per il vino, il vino nella storia di Adria e del Polesine. jpg
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Leggendo un libro molto interessante ossia il “Quaderno del Manegium n. 5”, si scopre infatti la possibilità di osservare come alcuni studiosi del territorio abbiano identificato la presenza della coltivazione della vite fin dall’epoca greca. Infatti, Plinio il vecchio, in una delle sue opere parla di vini provenienti dall’entroterra dell’Adriatico chiamandoli vini Hadriana. Però, in una prima traduzione della sua opera, questi vini vengono identificati come vini d’Atri. Solamente grazie all’opera dello storico inglese Hugh Johnson “Vino Storia, tradizione e cultura” si rivede la provenienza del vino Hadrianum. L’autore dell’opera infatti colloca la zona di produzione di questo vino in quella che è l’odierna Adria non nella zona di Atri. Quindi probabilmente nell’antichità nei territori di Adria vi era una sorta di cultura vinicola. Il che non è un’informazione che stona così tanto visto che già gli Etruschi producevano e commerciavano vino nei territori polesani.

Il vino nell’Adria alto medievale.

Tavola medievale con vino. Jpg
Tavola medievale con utensili da vino.

La coltivazione del frutto di Bacco nei territori polesani ed adriesi si sarebbe poi protratta nelle epoche. Infatti, in alcuni statuti adriesi di epoca medievale sono presenti testimonianze relative alla coltivazione della vite nel territorio di Adria. Nello statuto citato nel quaderno del Manegium in particolare. Viene infatti descritto come tra gli obblighi del “saltaro”, vi era quello di vigilare sulle vigne della Tomba. Per questo servizio era poi dispensato un pagamento ossia “Un secchio di vino con graspe per ogni mille viti”. Quindi è documentato che almeno fino al periodo alto medievale, nei nostri territori, vi erano importanti coltivazioni di viti. Vista poi la premura con cui le facevano sorvegliare dovevano essere considerate un bene piuttosto prezioso e di valore.

Il vino Polesano.

Abbiamo quindi analizzato e visto che nelle epoche antiche il vino era presente e di pregiata fattura nei nostri territori. Però, come detto nei capitoli precedenti l’arte vinicola polesana non ha subito l’evoluzione che hanno avuto altri territori d’Italia. Non è comunque da escludere l’esistenza di vini made in Polesine alcuni di questi sono bevibili ma rustici come è rustica la terra polesana. Da sempre legata al lavoro ed alle tradizoni, che sono ad oggi ancora molto presenti e sentite.

Baseganin il vino di Bosgattia

Damigiana di vino. jpg

Ritengo doveroso però citare alcuni nomi di vini nati in Polesine. Uno è particolarmente famoso per essere uno dei protagonisti nei racconti di Bosgattia. Stiamo parlando del Baseganin, vino molto apprezzato e consumato dai Bosgattiani che popolavano Bosgattia. Quindi anche se il vino Polesano ad oggi non rappresenta un prodotto d’eccellenza come lo possono essere altri vini della nostra magnifica Italia, ciò non toglie che nella storia dei nostri territori esso non sia stato un protagonista.

Il vino nella storia di Adria e del Polesine ultima modifica: 2020-01-20T08:50:00+01:00 da Matteo Corazza

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