Po: il fiume ha ispirato fantastici miti e straordinarie leggende

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MITI E LEGGENDE NATURA STORIE

Il Po tra mito e leggenda

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La vita delle genti di Adria è da sempre legata al fiume Po. Se si vuole ammirare il fiume nella sua imponenza basta percorrere gli argini davanti a Bottrighe, Mazzorno e Cavanella Po.
Il primo nome del Po è EridanoQuesto poteva essere l’appellativo di ogni corso d’acqua per venerare il dio fluviale che nella mitologia greca era appunto Eridano. Successivamente è chiamato dai latini BodincusPadus. Il filosofo Metrodoro di Scepsi afferma che il nome Padus deriva dall’abbondanza di alberi di pino selvatico presenti alle sorgenti del fiume. Questi alberi in lingua gallica sono, infatti, chiamati padi. L’attuale nome Po sembra essere, quindi, una contrazione del latino Padus. Da questo nome deriva il nome della pianura in cui scorre il Po: Padana. Ancora oggi, poi, in alcuni paesi europei, per lo più slavi, il nostro fiume è chiamato Pad.

Mazzorno Sinistro Po

Il corso del Po a Mazzorno Sinistro

Il mito di Fetonte

Le acque del grande fiume hanno alimentato vari miti e leggende. Il più conosciuto è il mito di Fetonte. Salito sul carro del Sole, non possedendo la forza necessaria per condurre i cavalli alati del padre, perde il controllo del carro. I cavalli, infatti, imbizzarriti, iniziarono a correre all’impazzata per la volta celeste, salendo prima troppo in alto, bruciando un tratto di cielo che divenne la Via Lattea. Poi scesero troppo vicino alla terra, devastando alcuni territori che divennero deserti. Per salvare la Terra, Zeus, adirato, scaglia un fulmine contro Fetonte, che cade, così, alle foci del fiume Eridano e muore. Le Eliadi, sorelle di Fetonte, piangono inconsolabili la sua morte e vengono trasformate in pioppi. Le loro lacrime sono mutate in ambra. Anche un amico di Fetonte, Cicno, lo piange sulle sponde, fino a quando gli dei, impietositi, lo trasformano in un candido uccello, il cigno.

Apollo e Fetonte – Tiepolo

Il mito di Fetonte diventa leggenda

Il mito di Fetonte è illustrato in antico da Eschilo con la tragedia Le Eliadi in cui cita le donne di Adria che «avranno costume di lamenti». Anche Euripide dedica una tragedia a Fetonte. Ovidio, invece, ne fa menzione nel secondo canto delle MetamorfosiApollonio Rodio ricorda che gli Argonauti nelle loro avventurose navigazioni, si erano spinti fino alle acque dell’Eridano, là dove era caduto Fetonte. Essi ritrovarono il corpo ancora fumante che puzzava tanto che anche gli uccelli morivano all’istante. L’espressione odore fetido o fetente deriverebbe, quindi, da questo mito. Il mito di Fetonte ha ispirato anche gli artisti che hanno tradotto in immagini o con le note alcuni aspetti della leggenda. La nascita di questo mito da alcuni viene interpretata come un’allegoria riferita alla caduta di un corpo celeste sulla Terra, avvenuta in epoche remotissime.

Eliadi, Santi di Tito

Il mito dell’ambra

Abbiamo già detto che alla morte di Fetonte, le sue sorelle, le Eliadi, si radunarono sulle rive dell’Eridano piangendo il fratello trasformandosi lentamente in pioppi e le loro lacrime divennero ambra. Infatti le leggendarie isole Elettridi (da electron ovvero ambra) vengono poste da alcune fonti antiche alle foci del Po, dove il fiume, un tempo, formava le lagune di Adria. Nell’antichità all’ambra, detta anche oro del nord, erano attribuite proprietà terapeutiche e magiche. Era utilizzata per creare monili, collane e amuleti. Ad elektron (ambra in greco), deve il nome l’elettricità. Alcuni secoli prima della nascita di Cristo, Talete di Mileto aveva, infatti, scoperto che, strofinando l’ambra con un panno, si creavano fenomeni di elettricità statica.

ambra

La Via dell’Ambra

Leggenda a parte, è certo il ruolo centrale dell’area polesana lungo la cosiddetta Via dell’ambra. Questa era una complessa rete di scambi che portava l’ambra dai paesi del nord fino alla Grecia micenea, citata anche da Omero. Il famoso porto di Adria era, quindi, uno dei crocevia della Via dell’ambra. Ne derivò un fiorente artigianato artistico legato alla lavorazione di questa resina in tutti Paesi europei attraversati da questo percorso. Recentemente a Grignano Polesine, in località Campestrin, sono stati ritrovati blocchetti di ambra grezza, perle semilavorate, perle finite e migliaia di schegge e scarti di produzione. Questo testimonia l’esistenza di una catena di lavorazione dell’ambra in sito già a partire dall’età del bronzo. Nel 2010 si è tenuta al Museo Archeologico di Adria la mostra Mari d’ambra, oggetti d’ambra nel Veneto dalla preistoria all’età romana

Monile d’ambra

Un importante artista contemporaneo dedica una sua opera all’ambra

L’artista trentino Stefano Cagol, nell’ambito del progetto una visione oltre, promosso dalla Pro Loco di Adria, nel 2017, ha realizzato un’installazione inedita al Museo Nazionale Archeologico di Adria intitolata Elektron (of the mind). L’artista è riuscito ad unire archeologia e arte contemporanea in una dimensione atemporale, oltre il passato, oltre il presente, oltre il futuro. Nel video un monolite di ambra è sospeso ipnoticamente fuori dallo spazio e dal tempo.  La stessa installazione è stata esposta a Milano durante la mostra The Consequences of Vacua.

Stefano Cagol, “Elektron (of the mind)”, 2017
opera video

Il Po tra mito e leggenda ultima modifica: 2019-01-22T17:15:39+01:00 da Letizia Guerra

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