La cultura culinaria polesana è spesso complessa e ricca di sfaccettature interessanti. Infatti, racchiude in se stessa diversi tipi di cucina, che possiamo sintetizzare con specialità di terra e di mare. In effetti il Polesine è una micro area che si estende dal delta del Po fino quasi al confine con le zone del veronese. La cucina polesana comprende ovviamente anche quella tipicamente adriese. Come abbiamo visto nei precedenti articoli, la stessa ha una forte tradizione rurale. Nell’articolo di oggi parleremo di un alimento che per generazioni ha costituito la base dell’alimentazione popolare nel nostro territorio; Le erbe spontanee.
I Trigoli un ingrediente dimenticato
Questi preziosi doni della terra sono stati storicamente una delle principali fonti di sostentamento per le classi meno agiate del territorio polesano. Fin dai tempi del medioevo, esse infatti erano considerati come cibi da carestia in quanto potevano essere facilmente reperiti lungo i vari scoli ed aree paludose presenti nel territorio. La città di Adria poi è particolarmente legata ad uno di questi ingredienti che ad oggi non è più in uso. Questo alimento erano i cosidetti Trigoli. Quest’ultimi, con il nome scientifico di trapa natans, sono stati la principale fonte di sostentamento per il popolo adriese nel 1578. In cui come descritto negli annali del Bocca hanno sfamato la città etrusca.
L’ortica un prezioso alimento
Quindi le erbe spontanee ricoprono come abbiamo detto una parte molto importante nella cucina tradizionale adriese. Infatti, sono molte le ricette gustose che si possono ottenere con i frutti spontanei. Per esempio l’ortica, sicuramente conosciuta per la caratteristica delle sue foglie di causare arrossamenti e bruciore. Ma se cotta diventa un gustoso ingrediente in cucina. Questa pianta infatti, conosciuta fin dai tempi dei greci e dei romani per le sue doti medicinali, viene usata in cucina nella preparazione di gustosi risotti o zuppe. Inoltre, il suo alto contenuto di sali minali e vitamine ne fanno un ingrediente ad alto valore nutrizionale consigliato per chi segue una dieta vegetariana.
Il topinambur da cibo da carestia a ingrediente prezioso
Un’altra pianta poi il cui nome potrebbe ingannarci sulla sua provenienza, ma che è autoctono da molti anni nel nostro territorio è il Topinambur. Come descritto in uno dei quaderni dell’Accademia del tartufo del Delta del Po, la sua presenza nelle aree di Papozze e Porto Tolle è storicamente confermata. Questa pianta, presente nel nostro territorio quasi sicuramente dalla scoperta dell’America, è stata per molto tempo un cibo da carestia. Oggi però la troviamo presente in molti piatti in cui viene valorizzata, soprattutto per le sue doti nutritive. Infatti, essa contiene un polisaccaride denominato inulina, molto utile per quei regimi dietetici ipocalorici.
Le viole un bellissimo fiore, un succulento ingrediente
Concludiamo questo breve excursus delle erbe spontanee, con un ingrediente che molti hanno sempre considerato come una pianta ornamentale, la viola. Questo fiore bellissimo è autoctono del territorio e cresce lungo gli argini del Po o nelle golene. Vista la recente manifestazione conclusasi la scorsa domenica, Adria in fiore, viene spontaneo citare i suoi usi culinari. Infatti questo fiore sprigiona un aroma che ricorda quello della menta e rende questa pianta l’ideale condimento per una fresca insalata estiva. Il suo uso in cucina è poi noto fin dai tempi dell’antica Roma in cui la sua essenza veniva usata per insaporire le bevande.