In alcune vie e piazze, lungo le riviere, nell’atmosfera che circola per i vicoli, si respira un’antica impronta di venezianità. Oltre due secoli di dominazione della Serenissima hanno lasciato, infatti, segni tangibili, che rendono Adria carica di suggestioni.
Iniziamo la passeggiata
La passeggiata ha inizio da Piazzale Alberto Mario. All’interno dell’aiuola della rotatoria, si scorge un antico marmo, simbolo della presenza della Serenissima ad Adria. Come testimoniato da antichi scritti, il cippo era posto nella Piazza Maggiore fungendo da portabandiera. Tramite Via Vescovado arriviamo proprio nell’area dell’antica Piazza Maggiore ora Piazza Garibaldi. Qui si erge la Cattedrale. All’interno della Chiesa sono presenti tre altari provenienti dalla Chiesa di Santa Lucia di Venezia, demolita per fare posto alla Stazione Ferroviaria. Questi sono l’altare di Sant’Apollinare, l’altare del Santo Crocifisso e l’altare di San Bellino. Degna di nota anche la monumentale sacrestia per la presenza di armadi intagliati realizzati da Jacopo Piazzetta nella seconda metà del XVII secolo. Essi provengono dalla soppressa Scuola della Carità di Venezia. La loro funzione doveva essere quella di contenere l’archivio della confraternita veneziana.
La parte superiore della facciata della Cattedrale adriese ricorda molto la demolita Chiesa di Santa Lucia di Venezia. Non sapremmo mai se è solo una fatalità. Resta il fatto che il timpano triangolare caratterizza la struttura. Spicca, poi, come nell’antica chiesa lagunare, una grande finestra termale (finestra semicircolare divisa in tre parti). Questo tipo di apertura viene anche detta finestra palladiana o semplicemente finestra veneziana. Si tratta di un importante elemento introdotto da Palladio. Un accorgimento per portare molta luce all’interno di un edificio. È un particolare diventato ricorrente nell’architettura di culto veneziana.
La venezianità di Adria si conserva nelle Riviere
Oltre la Piazza, verso Ponte Castello, si scorgono le due riviere: Riviera Roma (detta degli Orti) e Riviera Matteotti (anticamente Riviera Belvedere). In questo tratto di Canale, fino a non molto tempo fa, venivano ancorati i barconi da trasporto, segno di un’economia basata su scambi commerciali per via fluviale. Da qui si può ammirare Piazzetta Oberdan (già del formenton). È un campiello lastricato di masegni in pietra d’Istria con al centro una vera da pozzo.
La passeggiata lungo le riviere è rilassante e ricca di scorci. Si può sostare anche nei locali che offrono un’ottima vista. E’ un luogo suggestivo in qualsiasi periodo dell’anno. D’inverno, con la luce naturale ridotta al minimo, la riviera brilla delle luci artificiali dei lampioni e del teatro. Si presenta piacevole anche con le luminarie natalizie. In primavera, tempo di nuovi riverberi, si assiste al fiorire del glicine. La luce infinita dell’estate, invece, crea particolari riflessi. L’autunno porta colori ambrati e sfumati dalla nebbia.
La venezianità di Adria si respira nel quartiere di Canareggio
Proseguendo oltre Ponte Sant’Andrea e l’omonima Chiesa, percorrendo Riviera Sant’Andrea si giunge nel quartiere di Canareggio (Canaréo). Il nome stesso accomuna Adria a Venezia dove esiste, appunto un sestiere così denominato. Sia per Adria che per Venezia sembra che il nome derivi dall’antica presenza di canneti. Questa zona ha mantenuto nel tempo alcune delle sue caratteristiche originali. Qui vi abitavano pescatori e cannaroli. Nel dedalo di viuzze appare ancora oggi una singolare piazzetta chiamata i Sette Camini.
La venezianità del Campanile della Chiesa della Tomba
Una forte impronta di venezianità può essere colta anche osservando il campanile della Chiesa della Tomba. L’attuale campanile è il terzo della Basilica dedicata a Santa Maria Assunta. Progettato dall’architetto adriese Giambattista Scarpari viene inaugurato nel 1931. Oltre a richiamare lo stile del campanile di San Marco, deve la sua costruzione proprio alle vicende del campanile veneziano. L’improvviso crollo del campanile di San Marco nel 1902, fu la scusa per demolire il campanile preesistente. Sembra che in quel periodo tutti i campanili d’Italia fossero diventati tutti pericolanti. Si racconta che per la ricostruzione vennero impiegati i mattoni dell’antica torre demolita.
Si ricorda, infine, Palazzo Venezia in via Chieppara. L’architetto Giambattista Scarpari lo progettò nei primi anni del ‘900 in classico stile veneziano.
Una sosta ristoratrice in un’osteria vecchio tipo
Alla fine della passeggiata si consiglia una sosta all’osteria Sottoscala (dai Cordari). Posta sul corso principale di Adria, è una tipica osteria veneta. È chiamata così perchè occupa letteralmente la parte di un sottoscala. Per gli Adriesi è ormai un simbolo. Affacciata un tempo su un corso d’acqua detto Canalin tombato negli anni ’40, ha mantenuto quasi intatta la sua conformazione. Il punto forte sono sicuramente i salumi di ottima qualità accompagnati da pane croccantissimo. Qui si può anche bere l’ombra versata ovviamente nei bicchieri da ombra.
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