Adria e il suo territorio presentano numerose tracce dell’età del bronzo. Sono segni della presenza umana in epoca protostorica. Sono, soprattutto, testimonianze di un’area in continua mutazione. Perché la storia di Adria è storia di fiumi, di ampie lagune e di mare. E nelle sue acque dolci e salmastre, tra il 3500 a.C. e il 1200 a.C, si concentrano fitti scambi commerciali tra oriente e occidente.
Le vie dell’ambra
La preziosa resina viene raccolta sulle sponde del Mar del Nord e del Mar Baltico. Dai luoghi di origine scende verso il meridione, lungo vie d’acqua, passi alpini e vallate. Così l’ambra arriva fino al porto di Adria, posto sulla sponda occidentale della laguna. Adria è, all’epoca, situata sull’ampia foce di un grande fiume navigabile. Il suo porto è attivissimo. Le navi adriesi risalgono il fiume, verso occidente. Oppure, solcano il mare per raggiungere l’oriente. Insomma, una struttura portuale e una capacità commerciale e di trasporto che non possono passare in sordina. E, difatti, attirano i primi naviganti greci.
Il Po di Adria
La via d’acqua principale che giunge ad Adria, si diparte all’altezza dell’attuale cittadina di Brescello. Il ramo fluviale, chiamato Po di Adria, s’impenna in direzione di Guastalla. Da lì, poi, si dirige definitivamente a est. Il suo corso coincide, in parte, con quello dell’attuale Canal Bianco. L’ambiente che attraversa subisce mutazioni significative, dovute agli eventi climatici e ai dissesti idreogeologici. Queste trasformazioni non risparmiano neppure la linea di costa.
La linea di costa primitiva
la linea di costa, all’inizio dell’età del bronzo, corre lungo la direttrice S. Pietro di Cavarzere – Cavanella Po – Tenuta di Ca’ Zen. Nella cartina sopra riportata, corrisponde all’allineamento A – B. La laguna, sulle sponde della quale sorge Adria, a nord, si estende dalla località la Botta a Sostegno Tornovo. A sud, va da località S. Maria a località Spiro. Copre, dunque, un’area individuata, nell’immagine, dagli allineamenti A – C, a nord e B – D , a sud.
I dissesti idreogeologici
La laguna, però, non sopravviverà alla provvisorietà dell’idrogeologia padana. Col tempo, infatti, la linea di costa arretrerà sulla direttrice Loreo – Retinella – località le Tombe. L’allineamento è individuato in figura dai punti C e D. La linea di spiaggia avanza ulteriormente, raggiungendo, tra il IX e il V secolo a. C., l’allineamento Rosolina – Contarina. Nella cartina, questo ultimo arretramento a oriente è individuato dalla direttrice G – H.
Le nuove vie d’acqua
Anche il ramo del Po di Adria subisce gli stessi interramenti della linea di costa, giungendo a inaridirsi in larga parte. I suoi antichi affluenti, quindi, sono costretti a ripiegare a oriente. Così facendo danno vita a nuove vie d’acqua. Viene a formarsi l’attuale Canal Bianco e Adria diviene attivo porto fluviale per greci, etruschi e romani. Gli etruschi, in particolare, operano interventi idrografici di notevoli proporzioni.
Le opere etrusche e romane
Plinio il Vecchio, descrivendo il delta padano, racconta dei numerosi lavori di bonifica e di apertura di nuove vie d’acqua realizzati dagli etruschi. In prima battuta, essi aprono un nuovo canale navigabile, il Sagis, che collega Spina ad Adria. Poi, riattivano numerosi canali, per far defluire le acque impaludate. I romani riprendono questi lavori, aumentando la portata del Canal Bianco. Lo fanno realizzando la Fossa di Obiola, che prende l’acqua direttamente dal Po. Vaste plaghe vallive e palustri vengono prosciugate e destinate all’agricoltura. L’acqua scorre abbondante in direzione di Adria, mentre la città si affaccia all’età del ferro.