Alla scoperta dei zuccherifici. Barbabietole da zucchero e zuccherifici in Polesine Il nostro precedente articolo sulle barbabietole da zucchero e zuccherifici in Polesine (clicca qui) ha ottenuto un certo interesse tra chi segue le nostre pagine. Graditi e interessanti i vari commenti ricevuti che a memoria ci permettiamo di pubblicare insieme ad altri scritti. “Nel 1940 le bietole ,venivano pagate lire 10 al ql / e chè fadiga cavarle col rampìn (e che fatica raccoglierle con il rampino)” commenta Ezio Gianfranco Rizzato. “Queste barbabietole mi portano alla mente ricordi di tanta fatica” scrive Osanna Fonso ” Mio zio andava anche in Francia e veniva a casa con pelle viva sulle mani”. Di fatto molti braccianti finita la campagna saccarifera in Polesine si trasferivano in Francia dove la campagna saccarifera era più lunga è richiedeva manovalanza.
Barbabietole da zucchero e zuccherifici in Polesine, i ricordi di Roberto Marangoni.
A Bottrighe rimane il commovente ricordo dello zuccherificio, diventato un binomio inscindibile tra lo stesso e l’intero paese“
“Lo zuccherificio lo avevo di fronte a casa, ci ho pure lavorato, resta sempre nel mio cuore”, commenta Roberto Marangoni e ci segnala un suo articolo che potete leggere integralmente cliccando qui. “Sono già trascorsi venticinque anni dalla chiusura dello zuccherificio di Bottrighe, esattamente il 29 ottobre 1991, ma sembra ieri”. “…..Da sola questa fabbrica, tra agosto e ottobre, diventava infatti una città dentro il paese, creando un movimento indescrivibile di mezzi e persone. Senza contare le luci, i fumi, i rumori e gli odori della lavorazione. E senza contare le lunghe file di trattori in attesa di scaricare le barbabietole. Le donne in bicicletta con la “sporta” delle cibarie da portare ai loro mariti durante i turni. …. La storica fabbrica dello zucchero, diede lavoro a migliaia di persone del territorio, per 77 ininterrotti anni. Negli anni Settanta questo impianto batteva il primato italiano, in produzione e qualità.
Barbabietole da zucchero e zuccherifici in Polesine, la cronaca di Leandro Magi.
lo storico Zuccherificio di Porto Viro.
La struttura è chiusa da quasi 16 anni e il piazzale che si vede dalla strada che porta al Porto di Pila è abbandonato e il tempo sembra essersi fermato a quel 2005 quando ha smesso la produzione..
A regime lavoravano in questo stabilimento 130 dipendenti fissi 350 stagionali. E’ stato l’ultimo dei grandi zuccherifici a essere chiuso perché era il più innovativo e il più moderno . Oltre ai lavoratori fissi e stagionali dell’impianto c’era anche un grande indotto : decine di persone che confezionavano lo zucchero, le imprese di pulizia, il gruppo Facchini e moltissime altre figure. La campagna saccarifera iniziava a fine luglio e in alcune stagioni si andava avanti fino a gennaio.Un altro pezzo di storia del Polesine, assieme agli zuccherifici di Porto Tolle e Ca’ Venier, che purtroppo non c’è più.
Barbabietole da zucchero e zuccherifici in Polesine
La mecanizazzione nella coltivazione della barbabietola da zucchero
“Va a s’ciarezzare le bietole” ( vai a zappare le barbabietole) un tipico modo di dire Polesano, un intercalare nelle accese discussioni. Fino agli anni ’60, dopo la semina della barbabietola, per permettere una idonea crescita, le giovani pianticelle andavano diradate (s’ciarezzate – da far chiaro), il tutto si faceva a mano, con la zappa ovviamente. Tra la fine degli anni ’60 e la metà degli anni ’70 entra in uso un nuovo tipo di seme, il “monogerme genetico” grazie anche al lavoro di ricerca svolto da Ottavio Munerati. Con questi “monosemi” emergeva dal terreno un solo germe e quindi le piante erano già distanziate all’atto della semina. Il diradamento manuale venne eliminato definitivamente e contemporaneamente si affermò il diserbo chimico, eliminando così anche la sarchiatura manuale.
L’industria saccarifera, i due cartelli, Eridania e Montesi
Eridania
Montesi
Ilario Montesi (Ancona 27 giugno 1882 – Padova, 25 gennaio 1967) è stato un imprenditore italiano. Impegnato in vari settori tra cui quello saccarifero. Dopo Eridania il gruppo Piaggio – Montesi deteneva il 39% nazionale della produzione di zucchero. Nel 1932 finanzia una Sezione sperimentale zuccheri nell’Istituto di chimica industriale dell’Università di Padova e nel 1936 fonda il Centro per la selezione del seme bieticolo nazionale a Bottrighe (Adria-Rovigo). Sempre a Bottrighe costruira poi un impianto per la produzione del glutammato di sodio.